Nel nostro Paese la maggioranza degli italiani ha la casa di proprietà, ma c’è comunque una buona fetta di persone, spesso giovani coppie, che vivono in affitto, con un lavoro spesso precario, che hanno pagato e stanno pagando a caro prezzo gli effetti della crisi. A partire dal prossimo mese di gennaio, stando a quanto ha dichiarato nei giorni scorsi l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, scatta con il “Piano Famiglie” la moratoria per chi la casa l’ha comprata e adesso a causa della disoccupazione ha difficoltà a saldare la rata del mutuo.
Ne consegue che a livello nazionale ci sarà la moratoria per i mutuatari, mentre chi paga l’affitto non potrà avvalersi di un provvedimento simile. Le iniziative a sostegno di chi non riesce a pagare l’affitto rimangono infatti confinate a livello regionale; in questi mesi molte Regioni italiane hanno stanziato contributi per l’affitto che permettessero di rendere il canone di locazione più sostenibile, ma manca del tutto una moratoria “nazionale” per gli affitti.
Non a caso le ACLI, Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani, hanno da un lato apprezzato la moratoria messa a punto dall’Associazione Bancaria Italiana su chi non riesce più a pagare le rate del mutuo casa, ma dall’altro hanno chiesto al Governo di intervenire a sostegno di chi, praticamente allo stesso modo, se non peggio, l’affitto non riesce più a pagarlo e rischia di subire una procedura di sfratto. In pratica, il Governo dovrebbe stanziare risorse tali da fornire un bonus affitti a tutti coloro che hanno un indicatore della situazione economica equivalente (Isee) troppo basso rispetto al canone di locazione che pagano.
Ma le Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani in merito si aspettano dall’attuale Esecutivo anche un intervento più ampio che riguardi l’introduzione, come promesso in campagna elettorale, del quoziente familiare. Per quanto riguarda invece la moratoria ABI, le ACLI ritengono che per molte famiglie una sospensione del pagamento della rata del mutuo per dodici o diciotto mesi potrebbe anche non bastare, e quindi più che un unico periodo di sospensione si dovrebbe fare in modo di dare al mutuatario l’esercizio di più opzioni di sospensione del pagamento della rata del mutuo lungo tutta la durata del piano di ammortamento.