Dopo un 2010 da dimenticare per il potere d’acquisto delle famiglie, a causa dei ripetuti rincari, in questi primi mesi del 2011 la stangata continua su molti capitoli di spesa dei consumatori. Si parte dalla benzina, aumentata tra l’altro anche grazie alla decisione del Governo di inasprire il prelievo fiscale con una nuova accisa, e si arriva, proprio oggi, giovedì 7 aprile 2011, con il caro mutui. La Bce, peraltro in linea con le attese, ha infatti deciso di aumentare i tassi di interesse di uno 0,25%, portandoli dall’1% all’1,25%.
Per chi attualmente paga un mutuo a tasso variabile, ma anche per chi si appresta a stipularlo, ci sarà inevitabilmente una maggior spesa per interessi; inoltre, da qui alla fine dell’anno la Banca centrale europea potrebbe di nuovo rivedere al rialzo i tassi, probabilmente secondo gli analisti di un altro quarto di punto, ragion per cui la stangata potrebbe essere solo parziale.
Intanto l’Associazione Adoc, considerando il caro mutui, unitamente agli aumenti di luce e gas, stima che la stangata a carico delle famiglie italiane sarà pari in media a ben 516 euro su base annua. Questi 516 euro, in particolare, sono frutto di 216 euro medi annui riconducibili proprio all’aumento dei tassi della Banca centrale europea, ed altri 300 euro medi annui legati all’aumento delle tariffe di luce e gas.
Di riflesso, l’Associazione dei Consumatori ha apertamente esortato le banche a dissuadere i clienti a stipulare mutui a tasso variabile. Questo perché poi, con l’incremento della rata mensile da pagare, un mutuo che all’inizio appariva essere sostenibile, poi si rivela invece difficile da onorare con tutto quel che ne consegue. Il Presidente dell’Adoc, Carlo Pileri, chiede che gli istituti di credito avviino a favore della propria clientela delle campagne informative affinché possano essere fatte scelte consapevoli, così come andrebbero agevolati i passaggi dal tasso variabile al tasso fisso in modo tale che la rata mensile da pagare possa essere costante mese dopo mese, e non più soggetta alle oscillazioni del costo del denaro sui mercati ed alle decisioni in materia di politica monetaria da parte della Banca centrale europea.