Nel nostro Paese ci sono quasi seicento Comuni “virtuosi”, 577 per l’esattezza, che sono in grado di mettere a punto con le proprie Amministrazioni dei regolamenti e delle linee guida che garantiscono l’edilizia sostenibile, l’efficienza energetica ed il risparmio idrico così come si richiede non solo ai tempi della crisi, ma anche per il contrasto ai cambiamenti climatici.
In questi Comuni, così come mette in evidenza Legambiente, si riescono a riciclare i materiali da costruzione, si recupera l’acqua piovana, si tagliano le emissioni di CO2 e si garantiscono risparmi in bolletta ai cittadini.
In un Rapporto presentato nei giorni scorsi, dal titolo “L’innovazione energetica nei regolamenti edilizi comunali”, realizzato dal Cresme e da Legambiente avvalendosi della collaborazione di Saie Energia, emerge come siano oltre quattrocento i Comuni in Italia che impongono l’obbligatorietà dell’utilizzo delle fonti rinnovabili, a conferma di come la lotta ai cambiamenti climatici nel nostro Paese possa partire dal basso “scavalcando” e stravolgendo lo scenario rispetto a provvedimenti dello stesso tipo che, invece, dovrebbe adottare il Governo nazionale. In assenza di Leggi nazionali di grande portata in materia, le Amministrazioni locali, un po’ in tutta Italia, anche se maggiormente questo avviene al Centro ed al Nord, sono sempre più attente alla sostenibilità e adottano regolamenti edilizi in grado di coniugare al risparmio energetico quello in bolletta ed il rispetto dell’ambiente.
L’energia si risparmia anche non sprecandola, e non a caso dei 577 Comuni italiani “virtuosi” ben 432 hanno adottato dei regolamenti e delle linee guida finalizzate a contenere i consumi energetici; ad esempio, 123 comuni hanno imposto l’obbligo dell’installazione dei doppi vetri, mentre diciassette hanno imposto un limite alla dissipazione del calore attraverso le pareti esterne. Poi ci sono vere e proprie zone ad alta concentrazione di Comuni virtuosi come ad esempio in Provincia di Lecco, dove undici Amministrazioni locali hanno imposto l’obbligo di creare delle coperture a tetto verde su almeno il 30% della superficie.