Il funzionamento del nuovo redditometro non tiene conto della storia del contribuente, ma arriva solo a fare i conti in tasca per quanto riguarda le entrate e le uscite annue del bilancio; e così, a finire nel mirino delle Entrate sono i proprietari che acquistano la loro prima casa senza tener conto dei sacrifici fatti; in maniera asettica, infatti, agli occhi del Fisco l’operazione relativa all’acquisto di un’abitazione presume che il contribuente abbia un risparmio medio/alto. I proprietari di case che hanno comprato nel 2009, e non hanno dichiarato per l’anno precedente un reddito in grado di giustificare l’acquisto, con molta probabilità riceveranno la comunicazione dello scostamento fra reddito e spese sostenute, proprio così come prevede lo strumento del redditometro. A mettere in risalto questa criticità è stato il portale di annunci immobiliari online Idealista.it riprendendo un articolo del “Sole 24 Ore” dal titolo tanto emblematico quanto inquietante: “Per chi ha comprato l’abitazione allarme (quasi) automatico“.
Quanto può accadere è una cosa giusta o ingiusta? Beh, di certo sapere che acquistare la casa può portare il Fisco a “indagare” non può fare di certo piacere; non perché si ha qualcosa da temere, ma semplicemente perché in ogni caso l’accertamento del Fisco comporta a carico del contribuente un po’ di tensione ma anche l’obbligo di andare a dimostrare di non essere degli evasori. Invece è “salvo” chi per comprare la casa ha scelto il mutuo, come il 40% delle persone di norma fa.
Ma se a qualcuno gli viene donato l’immobile, come si deve comportare? Bisogna anche dichiarare se l’immobile è stato acquistato con dei soldi vinti? Questi ed altri punti appaiono “oscuri” e quindi ancora non sono del tutto chiari. Al riguardo, come di norma fa periodicamente l’Amministrazione finanziaria dello Stato, non è da escludere di conseguenza come in futuro potrebbe uscire sul tema qualche Circolare in grado di fugare ogni dubbio ed incertezza di natura interpretativa.