Grazie a una recente sentenza del Tribunale di Salerno, la rete è tornata ad occuparsi di un tema molto caldo, quello dell’obbligo di apertura di un conto corrente, all’interno del quale far transitare i versamenti delle quote e, oltre tutto, la materia della revoca dell’amministratore del condominio.
Stando a quanto affermato dal Tribunale salernitano, l’amministratore del condominio è revocabile anche in presenza di “fondati sospetti” di gravi irregolarità, citando ad esempio l’omissione della tenuta di un conto corrente sul quale appunto versare le somme che i condomini attribuiscono all’amministratore periodicamente, affinchè costui gestisca al meglio il soddisfacimento delle esigenze degli abitanti del fabbricato.
Anche in assenza di una specifica norma di legge, pertanto, è prassi corretta e all’insegna della trasparenza che l’amministratore del condominio apra un conto corrente per ogni singolo condominio da lui amministrato, dove far affluire tutte le quote ricevute.
L’esigenza, come abbiamo già introdotto, è ricollegabile alla migliore trasparenza che occorre perseguire e garantire nella gestione del rapporto condominiale, soddisfacendo così la necessità e il diritto di ciascun condomino a verificare concretamente in che modo i propri esborsi sono stati utilizzati.
In sintesi, e facendo il punto sulla sentenza del giudice campano, ricordiamo come non esista alcun obbligo di natura normativa per la tenuta del conto corrente sul condominio. Tuttavia, ai fini di una garanzia di una corretta e trasparente gestione del rapporto condominiale, è opportuno che l’amministratore apra un rapporto di conto corrente per ogni singolo condominio amministrato.
La prassi introdotta dalla giurisprudenza, accompagnata dal comportamento della maggioranza degli amministratori condominiali, è probabile che possa presto essere supportata da una normativa in materia, che possa essere introdotta all’interno di una seria riforma sui diritti e doveri dell’amministratore condominiale, al fine di sgombrare il campo da ogni singolo dubbio nella materia cui ci siamo riferiti.