Il mercato immobiliare statunitense continua a risentire dell’elevato afflusso di case pignorate. Il risultato immediato è – come più volte abbiamo osservato nel corso di questi mesi – l’influenza negativa sull’andamento dei valori commerciali, con evidenti pressioni che stanno spingendo sempre più in ribasso gli importi medi delle case oggetto di compravendita, specialmente nel segmento delle nuove abitazioni.
Come conseguenza dello scenario di cui sopra, i prezzi delle proprietà immobiliari abitative nel mercato statunitense sarebbero calati di 5,7 punti percentuali. I dati forniti dalla Federal Housing Finance Agency segnalano inoltre che la contrazione dei valori commerciali abitativi avrebbe toccato il picco negli Stati del Nevada e l’Arizona, dove la diminuzione dei prezzi delle case è stato pari a 11 punti percentuali.
Come anticipato, i pignoramenti avrebbero incrementato fortemente la disponibilità di case sul mercato immobiliare statunitense, contribuendo a ridurre i prezzi delle case, che in molti casi sono stati venduti a valori decisamente scontati rispetto allo standard, con riduzioni dei prezzi delle case oggetto di compravendita che sono state frequentemente in doppia cifra, in maniera pressoché omogenea in tutto il macro territorio.
I dati della FHFA sostengono inoltre che i prezzi sarebbero cresciuti di 0,8 punti percentuali rispetto al mese di marzo, contro previsioni da parte degli economisti pari a un calo di 0,3 punti percentuali su base mensile. Al corrente ritmo di vendita, secondo le stime della FHFA occorrerebbero circa 9,3 mesi per vendere tutte le case presenti nell’offerta immobiliare commerciale, contro i 7,5 mesi rilevati nel corso dell’inizio dell’anno.
Infine, il report della FHFA rivela che il prezzo medio di un appartamento venduto negli Stati Uniti nel corso del mese di aprile è stato pari a 161.100 dollari (dati National Association of Realtors). A maggio, invece, il prezzo medio è stato pari a 166.500 dollari.