Se avete stipulato un mutuo a tasso variabile, magari da qualche anno, è arrivato il momento di andare a prendere il contratto, leggerlo attentamente, e verificare il tasso applicato sulle rate mensili.
Questo perché potrebbe essere accaduto che, per alcuni tratti della durata del mutuo, il tasso applicato dall’istituto di credito abbia sforato i limiti, le soglie ad usura che con cadenza trimestrale fissa il Ministero dell’Economia e delle finanze.
A denunciare questa situazione, nello specifico, è il CTCU, il Centro Tutela Consumatori Utenti, che afferma come già dei mutuatari abbiano chiesto ed ottenuto in merito dei risarcimenti. Secondo il direttore del CTCU, Walther Andreaus, il sospetto è che a pagare rate del mutuo con tassi in odore di usura non siano state poche famiglie, ma il fenomeno potrebbe essere vasto, ragion per cui è necessario verificare se le banche abbiano rispettato o meno le soglie ad usura periodicamente aggiornate. Questa, nello specifico, è la procedura da seguire, per chi ha un mutuo a tasso variabile, per rilevare se siano stati applicati o meno tassi ad usura sul proprio finanziamento immobiliare: innanzi tutto, occorre farsi rilasciare, se per qualsiasi ragione non sia a disposizione, una copia del contratto di mutuo; dopodiché occorre richiedere all’istituto di credito lo “storico” del piano di ammortamento.
Per richiederlo, basta utilizzare il modello che il CTCU mette a disposizione cliccando qui; a questo punto occorre confrontare i tassi applicati dalla banca, indicati nel prospetto “storico“, con quelli delle soglie ad usura riportati in una tabella che si può scaricare cliccando qui. Fatto questo, se trovate casi di tassi superiori ai limiti di usura, o comunque inferiori fino ad uno scarto che non sia superiore allo 0,30%, l’Associazione invita i mutuatari a fissare un appuntamento presso le sedi del CTCU per approfondire la situazione ed eventualmente “passare all’azione” con una richiesta di risarcimento degli interessi pagati sul mutuo.