Dopo qualche settimana di silenzio, torniamo oggi ad occuparci di una delle aree simbolo della crisi internazionale del mercato immobiliare, quella di Dubai, che oramai da qualche anno continuiamo a monitorare con estrema attenzione, documentandovi prima dell’imponente rialzo dei valori commerciali conseguente al boom di settore, e poi del crollo dei valori di mercato delle proprietà immobiliari residenziali e commerciali.
Ebbene, secondo quanto affermato da un recente studio compiuto da Reidin, all’orizzonte non si intravede alcun segnale di pronta ripresa del real estate di Dubai, che pertanto dovrebbe affrontare ancora diversi trimestri di profonde difficoltà prima di trovare un nuovo equilibrio – evidentemente su soglie notevolmente inferiori rispetto a quelle riscontrate nel periodo dorato – e provare una lenta ripartenza.
A niente serviranno le buone prestazioni economiche di Dubai, che stando a quanto affermato dal Fondo Monetario Internazionale può vantare una produzione interna lorda in ripresa, che alla fine del 2011 dovrebbe poter garantire uno sviluppo ad un ritmo che non dovrebbe essere inferiore ai 3,5 punti percentuali.
Tuttavia, all’interno di questa buona ripresa del mercato immobiliare, alcuni settori saranno fortemente penalizzati. Su tutti, quello immobiliare, che vede un numero di transazioni di vendita di ville e di appartamenti pari a 1.311 nel secondo trimestre 2011, contro un volume di 2.189 transazioni dello stesso periodo del 2010, per una flessione che su basi relative è pari addirittura a 40 punti percentuali.
Complessivamente, e in termini valutari locali, appare però in buono sviluppo il controvalore delle transazioni è stato pari a 2,71 miliardi contro i precedenti 2,62 miliardi: merito dell’incremento del valore medio di ogni operazione immobiliare, che è balzato dai precedenti 1,03 milioni ai 2,07 milioni attuali. L’incremento è da ricondursi alla conclusione di alcune attività real estate piuttosto attese nelle aree di Dubai Marina, Burj Dubai, Palm Jumeirah e Emirates Living.