Buone notizie, in apparenza, per quanto concerne il settore dei pignoramenti case nel mercato americano. Il dato è infatti in forte calo, con una contrazione del 35% riscontrata nel corso dell’ultimo mese, che ha condotto il volume delle procedure di esproprio immobiliare rilevate nel periodo in questione ai minimi livelli da quasi quattro anni a questa parte, grazie agli sforzi effettuati per evitare l’esplosione ulteriore del fenomeno.
Stando a quanto comunicato dalla società Realty Trac, infatti, i pignoramenti sarebbero stati pari a 212.764 unità, per il livello più basso degli ultimi 44 mesi. Le procedure sono in calo su base annua da oramai dieci mesi, con una flessione che nel corso del mese di giugno è stata pari al 4%. Complessivamente, tali procedure hanno altresì interessato in media un proprietario immobiliare abitativo su 611.
Gli analisti della stessa società californiana commentano in maniera abbastanza positiva l’evoluzione del dato, ricordando come il trend si stia consolidando in maniera piuttosto significativa. Tuttavia, sfortunatamente, l’attenuazione dei pignoramenti non andrebbe imputata al recupero del mercato immobiliare, quando a dei ritardi nella lavorazione delle procedure, e ad alcuni interventi di breve termine che hanno impedito l’esplosione della variabile.
Contemporaneamente, un altro report evidenziava come circa tre quarti delle città americane avrebbero riscontrato un calo dei valori commerciali abitativi durante il secondo trimestre dell’anno rispetto all’anno precedente. Un abbassamento dei valori di mercato che sembra anche in questo caso imputabile all’andamento degli stessi pignoramenti, che hanno condotto un incredibile volume di case sul mercato commerciale, da vendere a prezzi più bassi del normale.
Per quanto riguarda l’analisi territoriale, lo Stato che possiede il più elevato tasso di pignoramenti è – senza alcun margine di dubbio – il Nevada, che detiene questo poco invidiabile record da oltre quattro anni e mezzo.