Come avevamo appena anticipato ieri, un’analisi della National Association of Realtors sosterrebbe che i prezzi di mercato delle abitazioni americane sarebbero calati in circa tre quarti delle aree metropolitane degli Stati Uniti durante il secondo trimestre, con la principale causa che – ancora una volta – sarebbe riferibile all’andamento dei pignoramenti delle case, con vendite che hanno svalutato il settore immobiliare abitativo nel suo complesso.
Mediamente, il prezzo di una abitazione è diminuito in 109 aree metropolitane sulle 150 oggetto del periodico monitoraggio della National Association of Realtors, con un volume di compravendite che hanno riguardato case precedentemente oggetto di procedure di pignoramento che è stato pari a un terzo durante il mese di giugno, con ciò che ne deriva per quanto concerne la riconduzione del prezzo finale di conclusione delle trattative.
Per quanto riguarda un’analisi più territoriale, il declino più grave del secondo trimestre dell’anno si sarebbe registrato a Salem, nell’Oregon, con una contrazione dei prezzi delle case che sarebbe addirittura stato pari a 23 punti percentuali, appena peggio di Minneapolis, nel Minnesota, e dell’intera regione di St. Paul, dove la contrazione dei valori di mercato delle case è stata pari a 18 punti percentuali.
Per quanto invece concerne l’incremento più positivo dei prezzi delle case, il record è toccato a Cape Coral e a Fort Myers, in Florida, sulla costa occidentale, dove l’aumento dei prezzi di mercato delle case è stato pari a 18 punti percentuali. Bene anche Elmira e, tra le città di principale riferimento nel real estate statunitense, New York, dove i valori commerciali sono cresciuti di circa 16 punti percentuali.
Infine, sul fronte del segmento del mercato secondario, le vendite sarebbero diminuite a quota 4,77 milioni di unità annualizzate durante il mese di giugno, per il livello minimo da sette mesi a questa parte. Le vendite di nuove case scendono invece a 312 mila unità annualizzate.