Il numero degli appartamenti sfitti all’interno del mercato immobiliare statunitense è calato ai minimi livelli da cinque anni a questa parte durante il terzo trimestre dell’anno. Una tiepida crescita del numero degli occupati ha infatti rilanciato, pur gradualmente, il numero dei contratti di locazione siglati nel periodo ora oggetto di monitoraggio, come confermato da una recente analisi pubblicata a cura della società di consulenza immobiliare Reis Inc.
Il tasso di appartamenti sfitti è calato a 5,6 punti percentuali, per il più basso livello dal terzo trimestre del 2006. Nel corso dei tre mesi precedenti il tasso era sceso a 5,9 punti percentuali, mentre nello stesso periodo dell’anno precedente il tasso era pari a 7,1 punti percentuali. Il canone di locazione medio per un appartamento statunitense è salito dai 997 dollari del secondo trimestre del 2011 agli attuali 1.004 dollari. Nel corso dello stesso periodo del 2010, il prezzo medio di una locazione di un appartamento era pari a 981 dollari.
Come sopra ricordato, una delle principali determinanti per la crescita del dato è stata una leggera ripresa del mercato occupazionale. Ad ogni modo, la ripresa è talmente lieve che, autonomamente, non può che essere insufficiente per sospingere nel medio termine lo sviluppo del settore. Ecco allora che gli analisti della Reis indicano nelle ristrettezze creditizie un’altra delle principali cause di rilancio del dato: in altri termini, non potendosi indebitare per l’acquisto di una casa attraverso il mutuo, sono sempre di più le persone che stanno scegliendo di spostarsi di casa ricorrendo alla locazione.
La domanda per gli appartamenti nel corso del terzo trimestre è ritenuta “sufficientemente buona, ma non così tanto come avrebbe dovuto essere” – ha confermato un senior economist della Reis. Le previsioni sul futuro a breve e medio termine sono comunque negative.