Mutui casa, nel Lazio si preferisce sempre più il variabile

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I mutui a tasso di interesse variabile, nel mercato bancario laziale, continuano a prendere quota. Stando a quanto affermato all’interno del Rapporto sull’economia del Lazio, diffuso pochi giorni fa dalla Banca d’Italia, infatti, i mutui per l’acquisto delle nuove abitazioni sono cresciute del 4,7% durante i primi sei mesi dell’anno, con una forte propensione al tasso di interesse variabile: i finanziamenti con condizioni di onerosità indicizzate ai tassi di interesse di mercato sono infatti balzati ancora in avanti, assorbendo il 75% del totale dei mutui casa.

Nel solo secondo trimestre dell’anno, prosegue il Rapporto sull’economia del Lazio, il tasso annuo effettivo globale medio sulle nuove erogazioni per l’acquisto delle case è incrementato in misura ulteriore, passando dai 3,1 punti percentuali registrati al termine del 2010, ai 3,3 punti percentuali riscontrati nel corso della fine del giugno 2011.

Di contro, prosegue il Rapporto, prosegue la fase di riduzione del credito al consumo, con i finanziamenti di banche e di società finanziarie che si sono ridotte di 0,8 punti percentuali rispetto ai dodici mesi precedenti. La riduzione del credito al consumo ha interessato fondamentalmente gli istituti di credito, che hanno portato le erogazioni in flessione di 1,4 punti percentuali.

In crescita anche la proporzione delle sofferenze in relazione ai prestiti complessivi, che si è attestato su livelli lievemente superiori di quelli riscontrati alla fine dello scorso anno (1,9 punti percentuali), ma in linea con il dato nazionale complessivo.

Stando a quanto compare all’interno del Rapporto, rimane ancora elevato il credito alla clientela con difficoltà di rimborso. “Per le imprese medie e grandi” – conclude infine l’analisi di Bankitalia –“la quota di crediti sui quali banche e societa’ finanziarie rilevano temporanee difficolta’ di pagamento (incagli e prestiti ristrutturati) rimane su livelli piu’ elevati rispetto a quelli di inizio della crisi e tende ad aumentare (5,9 per cento a giugno 2011 contro il 5,5 per cento a dicembre 2010); dal terzo trimestre del 2010, l’indicatore per le aziende di piccole dimensioni si e’ invece stabilizzato su valori inferiori a quelli rilevati per le imprese medie e grandi”.

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