Secondo quanto affermato dal National Housing Supply Council, presto l’Australia affronterà un problema di carenza di abitazioni disponibili: il Paese, infatti, entro i prossimi 20 anni dovrà assumere l’impegno di coprire il gap di 640 mila case di cui ha bisogno per poter soddisfare la propria domanda immobiliare, che si prevede in forte crescita nel corso dei prossimi anni, aprendo nuove prospettive ai costruttori locali.
Il gap tra la domanda immobiliare e l’offerta è cresciuto di 28.200 unità abitative nel corso dell’ultimo anno, portando a un totale di 186.800 unità il volume complessivo dal 2001 ad oggi. Secondo i dati previsionali pubblicati poche ore fa, il volume dovrebbe crescere a quota 328.800 unità entro la fine del 2015, per poi incrementare ulteriormente, in maniera graduale, fino a toccare la già ricordata soglia delle 640 mila abitazioni entro la fine del 2030.
Per il momento, non sembra tuttavia che i costruttori abbiano assunto il ritmo più appropriato per poter soddisfare la cresce domanda abitativa: si pensi che i permessi edilizi rilasciati dalle amministrazioni locali australiane sono calati di 29,8 punti percentuali ad ottobre rispetto all’anno precedente, per il declino più grave dal mese di gennaio 2009 ad oggi: la colpa è da attribuirsi principalmente a quanto sta accadendo in Europa, con la crisi del debito che ha peggiorato la fiducia dei consumatori locali.
La Banca centrale australiana nella seduta del 1 novembre ha tagliato i tassi di interesse di riferimento sulle operazioni di rifinanziamento di un quarto di punto percentuale, trascinando il livello a quota 4,25 punti percentuali.
Il numero di proprietari immobiliari australiani dovrebbe crescere a quota 12 milioni di unità entro il 2030, rispetto agli attuali 9 milioni di unità. La domanda di appartamenti è intanto calata di 1,7 punti percentuali rispetto allo scorso anno, con un calo dei prezzi del 4,7%.