Secondo quanto affermato da una recentissima indagine compiuta da Mutui.it, uno dei principali comparatori di finanziamenti presenti all’interno del mercato italiano, solo il 2% dei cittadini della Penisola interessati alla sottoscrizione di un contratto di credito opterebbe per il tasso misto. Una percentuale molto bassa, che l’amministratore delegato della compagnia, Alberto Genovese, ha cercato di spiegare con un approfondimento diffuso a mezzo stampa.
“In tempi di incertezza economica” – afferma l’a.d. – “è una reazione naturale puntare ad un tasso di interesse che non ci riservi sorprese nei prossimi anni; ecco perché il tasso fisso sembra riscuotere un interesse sempre maggiore. Eppure diverse tipologie di mutuo, come quelle a tasso misto, potrebbero rivelarsi più vantaggiose, soprattutto perché più flessibili”.
Per quanto concerne gli ulteriori dati statistici, la richiesta media per il finanziamento a tasso misto è pari a 147 mila euro, per un loan to value medio pari al 61%. Una proporzione sostanzialmente bassa rispetto all’ordinario (80%), che evidenzia come i mutuatari che espongono il proprio interesse nei confronti del mutuo a tasso misto appartengano sostanzialmente a una categoria di persone più esperte, in grado di apprezzare la struttura dei prodotti finanziari più sofisticati.
Ancora, a proposito di quanto appena affermato, si ricorda come l’età media al momento della richiesta sia fondamentalmente più elevata del normale (pari a 38 anni), con una durata media del finanziamento pari a 25 anni.
Ricordiamo che tra le differenti tipologie di mutuo a tasso misto, le più comuni si riferiscano a quei finanziamenti immobiliari in grado di consentire alla clientela di poter variare, a scadenze predefinite (di norma ogni due, tre o cinque anni), il tipo di tasso di interesse (passando da tasso di interesse fisso a variabile, o viceversa)o ancora sfruttando la presenza di un tasso variabile iniziale (con rata più bassa) e tasso fisso successivo.