Secondo quanto sostengono diverse ricerche compiute sul suolo americano, gli acquisti di nuove case da parte dei cittadini statunitensi avrebbero toccato i massimi livelli degli ultimi nove mesi durante il periodo di gennaio, dimostrando in tal modo con un dato parziale (pur significativo) che la lenta e lunga ripresa delle attività del mercato real estate a stelle e strisce è già iniziata.
Le vendite sono state infatti stimate in aumento per 2,6 punti percentuali per un volume annualizzato pari a 315 mila unità. Dati previsionali che potrebbero essere confermati (o meno) dal report ufficiale che si attende per le prossime ore a firma del Dipartimento del Commercio di Washington, e che mai come negli ultimi mesi è particolarmente atteso al fine di comprendere in che modo si evolverà un 2012 che si preannuncia all’insegna delle sorprese.
Per quanto invece riguarda il segmento più importante del mercato abitativo, relativo alle case di “vecchia” costruzione (in altri termini, le case usate che costituiscono oggetto di negoziazione sul mercato secondario), gli acquisti sarebbero cresciuti per un livello pari a 4,57 milioni di unità annualizzate, come confermato da un report della National Association of Realtors. Il prezzo medio di conclusione delle trattative è calato di 2 punti percentuali a 154.700 dollari rispetto al gennaio 2011.
Tra le numerose determinanti alla base del potenziale rimbalzo delle attività immobiliari, anche il clima mite: secondo le statistiche, quello appena trascorso sarebbe stato gennaio più caldo della storia, con una temperatura ben più elevata della media. Oltre al clima, hanno ovviamente contribuito in maniera più incisiva la ripresa del mercato dl lavoro e un miglioramento della fiducia dei costruttori, mentre permangono ancora evidenti ristrettezze creditizie da parte degli istituti di credito locali, ancora particolarmente restii a infondere liquidità nelle tasche dei potenziali mutuatari.