Secondo quanto afferma una nuova ricerca condotta da Nationwide sul mercato immobiliare statunitense, i prezzi delle case su base annua sarebbero ancora in flessione, ma con un rallentamento significativo rispetto a quanto avveniva nel recente passato. Il passo indietro di gennaio 2012 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente è stato infatti contenuto in un – 3,1 punti percentuali, mentre la flessione su base mensile è stata limitata a un solo punto percentuali.
Il mese di gennaio si conferma in tal modo come il sesto declino mensile consecutivo di fila, con un deprezzamento dei valori su base annua di 0,9 punti percentuali se si esclude la contribuzione negativa generata dalle case precedentemente oggetto di pignoramento. Il valore rettificato, su base mensile, risulta addirittura essere positivo per 0,7 punti percentuali.
Sebbene il declino dei prezzi delle case stia lentamente migliorando, i prezzi delle case sono più o meno giunti a quanto è stato riscontrato dieci anni fa – dichiara Mark Fleming, uno dei capi economisti alla CoreLogic. Su fronte territoriale, sempre includendo il peso delle vendite di case pignorate, l’andamento dei prezzi è stato molto positivo nel Sud Dakota (5,7 punti percentuali), nel Nord Dakota (4 punti percentuali), nel West Virginia (4 punti percentuali), nel Montana (3,6 punti percentuali) e nel Michigan (3 punti percentuali).
Per quanto invece riguarda gli Stati con le peggiori performance, evidenziamo la presenza dei deprezzamenti maggiori :Illinois (- 8,7 punti percentuali), il Nevada (- 8 punti percentuali), il Delaware (- 7,9 punti percentuali), l’Alabama (- 7,7 punti percentuali) e la Georgia (- 7,5 punti percentuali).
Per quanto infine concerne un raffronto con il picco toccato nell’aprile 2006, la flessione dei valori tenendo conto delle transazioni ad oggetto di case pignorate è pari a 36 punti percentuali, e a 24,2 punti percentuali in caso di esclusione delle proprietà immobiliari oggetto di esproprio.