Le agenzie immobiliari italiane stanno continuando a fare (pesantemente) i conti con la lunga crisi di settore. A titolo di esempio significativo, basti considerare quanto sta accadendo tra gli operatori del comparto milanese: il capoluogo lombardo negli ultimi anni ha perso quasi il 30% di compravendite immobiliari, contro una crescita piuttosto ingente nel numero di mediatori iscritti alla Camera di Commercio (passati rapidamente da quota 7.333 unità a fine 2009, a 8.059 unità a fine 2011).
Il risultato è stato palese: meno immobili da vendere, e più operatori interessati, significa una maggior fatica a dividere equamente la torta del settore. Di conseguenza, il business medio delle agenzie immobiliari è precipitato, e non sono rare le uscite involontarie da un segmento che ha sofferto tantissimo durante gli ultimi tre anni, e si appresta ad affrontare un 2012 non certo all’insegna della positività e dell’ottimismo.
La maggiore concorrenza di settore, segnalano inoltre le associazioni dei consumatori, ha aperto anche sgradevoli margini di slealtà nelle transazioni, con sostanziali evidenze di qualche operatore che – a danno della credibilità dell’intero settore, che fa invece della consulenza professionale uno dei suoi punti di forza – manovra in maniera eccessivamente elastica i prezzi di stima degli immobili.
È pertanto bene – proseguono le associazioni – diffidare da coloro che si propongono direttamente con prezzi elevati, sostenendo di avere molti compratori pronti a effettuare l’acquisto in pochi giorni. Né credere ai mediatori che invece si “spacciano” per privati, o che sostengono di essere interessati alla casa per sé o per un parente.
Insomma, anche in questo caso non può che valere la “solita” vecchia regola legata alla cautela e alla massima attenzione in merito alle trattative per l’acquisto o la vendita di una proprietà immobiliare: seppur costituiscono una fortissima minoranza, nemmeno il settore della mediazione immobiliare può dirsi all’estraneo di operatori poco professionali.