Secondo quanto afferma una ricerca condotta da Moody’s Analytics, i prezzi delle case degli Stati Uniti potrebbero subire ancora corposi decrementi. La motivazione, come oramai ricordiamo da diversi trimestri sulle pagine del nostro sito, è da ricondursi allo straordinario ammontare di case pignorate terminate sul mercato immobiliare, e che contribuiscono a generare evidenti pressioni al ribasso nei valori commerciali delle proprietà ad uso abitativo, con una proporzione che è ben lungi dall’esaurirsi.
Le vendite di proprietà immobiliari precedentemente oggetto di procedura pignoratizia dovrebbero crescere di circa 25 punti percentuali durante l’anno in corso, fino ad arrivare alla straordinaria cifra di 1,25 milioni di unità, rispetto al milione di unità del 2011. I prezzi delle case dovrebbero pertanto poter scivolare di almeno altri 10 punti percentuali a causa del deterioramento delle condizioni del mercato immobiliare, conseguente al deprezzamento indotto da questo comparto del real estate a stelle e strisce.
Ad ogni modo, forse (e, sottolineiamo, forse), il fenomeno ha già vissuto il suo picco, per lo meno per quanto concerne i pignoramenti già formalizzati. L’aumento delle procedure pignoratizie sta infatti subendo un significativo rallentamento: un segno, probabilmente, del fatto che il mercato creditizio immobiliare degli Stati Uniti abbia già “scontato” la sua parte più negativa nel corso del precedente biennio, e si stia pertanto lentamente avviando a una difficile ma non irragiungibile fase di stabilizzazione.
Complessivamente, l’offerta di case è ammontato a 2,3 milioni di unità alla fine del 2011, per il più basso livello dal 2005 ad oggi, con un incremento di 4,7 punti percentuali tra gennaio e febbraio 2012 (dati National Association of Realtors). Stando ad alcuni dati provvisori, il trend di incremento del numero di case disponibili sul mercato immobiliare statunitense sarebbe cresciuto anche nel corso del mese di marzo.
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