La domanda oggetto del nostro post di approfondimento perseguita tutti coloro che stanno per contrarre un finanziamento immobiliare: è meglio indebitarsi a tasso di interesse fisso, o preferire le oscillazioni del tasso di interesse variabile? Cerchiamo di fornire qualche utile spunto di riflessione, cercando di capire se effettivamente sia meglio la prima ipotesi, o la seconda opzione.
Prima di tutto, le principali caratteristiche: il mutuo a tasso fisso è contraddistinto dalla presenza di un piano di ammortamento composto da rate di importo sempre costante e, di conseguenza, il debitore potrà avvantaggiarsi della migliore pianificazione delle proprie uscite; di contro, il mutuo a tasso di interesse variabile non potrà che essere contraddistinto da rate di importo indicizzato al parametro di riferimento (di solito, l’Euribor o il tasso BCE), costringendo di fatto il mutuatario a vivere “in balia” dei tassi di mercato.
Una prima risposta alla domanda è pertanto relativa non tanto all’andamento dei tassi di mercato, quanto alla caratteristica reddituale del cliente. In altri termini, se il cliente è un lavoratore dipendente, e stima che incrementi sostanziosi dei tassi di mercato (anche nell’ordine di 3 punti percentuali) potrebbero generare gravi squilibrio nel suo equilibrio economico finanziario, farebbe certamente meglio a prendere in considerazione l’indebitamento “certo” del tasso fisso, anziché correre i brividi del variabile.
► PREVISIONI TASSI MUTUI MAGGIO 2012
Ma non solo: una seconda risposta è riconducibile all’orizzonte temporale della transazione. Se il mutuatario ha intenzione di estinguere in breve tempo il suo debito, l’indebitamento a tasso di interesse variabile potrebbe essere meno “rischioso” rispetto a quanto riferito a una operazione a lungo termine, grazie alla minore possibilità di riscontrare forti oscillazioni.
Infine, uno sguardo ai tassi attuali: l’Euribor è infatti molto basso, e si prevedono forti apprezzamenti nei prossimi 5 – 7 anni. Di conseguenza, chi contrae un mutuo a tasso variabile oggi, farebbe bene a stimare quale sarà l’impatto di un quasi certo rialzo dell’importo delle rate entro un quinquennio, e comprendere se il nuovo assetto dei pagamenti sarebbe comunque sostenibile, o meno.