In seguito alla diffusione, pochi giorni fa, della circolare illustrativa da parte del Ministero dell’Economia in merito all’imposta municipale unica, diventa praticamente certo e univoco il quadro di riferimento relativo all’acconto dell’IMU, da versarsi entro la data del 18 giugno 2012 attraverso modello F24. Per le prime case (o, meglio, per le “abitazioni principali”), rimangono invariate le regole già note, che più volte abbiamo avuto modo di illustrarsi.
Per calcolare quanto occorrerà pagare entro metà giugno bisognerà prendere come termine di riferimento la rendita catastale, moltiplicarla per 5% e poi per 160. A questo punto può essere applicata l’aliquota base, pari al 4 per mille (0,40%). Al valore andranno inoltre applicate le detrazioni di 200 euro fisse, e di 50 euro per ogni figlio convivente fino a 26 anni di età. L’acconto sarà relativo a quanto ottenuto con i calcoli di cui sopra, suddiviso per due o per tre a seconda del numero di rate che si è scelto di pagare.
Nell’abitazione principale, infatti, l’acconto può essere versato in una sola soluzione a giugno, o due rate, a giugno o a settembre (entro il 17 del mese). Per quanto intuibile, nella prima ipotesi andrà pagato il 50% dell’imposta, mentre se si opta per la doppia rata, ognuna sarà pari al 33% dell’imposta municipale unica complessiva.
► ACCONTO IMU PUO’ ESSERE PARI A ZERO
Discretamente ricco è anche il panorama di coloro che non pagheranno l’IMU sulla prima casa. Innanzitutto, è da annoverarsi colui che possiede un immobile con una rendita catastale ai fini IMU pari o inferiore a 50 mila euro, e pertanto con una rendita catastale non rivalutata fino a 297 euro. Ancora, un’ulteriore eccezione è offerta in quei Comuni che scelgono di incrementare la detrazione sulla prima casa, o abbassare l’aliquota. In questa ipotesi, il proprietario della prima casa potrebbe ottenere un giovamento anche in caso di rendita superiore a tale soglia.