Prende piede il maxi piano di dismissione degli immobili pubblici, leva che il governo Monti vorrebbe utilizzare per cercare di rimpinguare le casse statali e contribuire così al reperimento di fondi utili per il raggiungimento degli obiettivi fissati. A muoversi in questa direzione è anche il ministero della difesa, che sta costruendo proprio in questi giorni il suo fondo immobiliare, che gestirà le procedure di dismissione di alcune proprietà immobiliari.
Il ministero guidato da Giampaolo di Paola ha infatti predisposto tutti i documenti che serviranno a individuare una società di gestione del risparmio (sgr) cui demandare l’onore e l’onere di avviare le opportune procedure. La sgr dovrà infatti gestire uno o più fondi immobiliari che possano valorizzare adeguatamente gli asset pubblici, con la possibilità di sfruttare altresì le ipotesi di cessione definitiva.
Gli immobili del ministero della difesa
Anche se si tratta di un solo ministero, la cifra degli immobili coinvolti in tale processo sarebbe davvero straordinaria: 1 miliardo e 325 milioni di euro, suddivisi tra terreni e caserme, che il ministero ha individuato in un elenco che è allegato al bando di gara che intende individuare la sgr. Il primo pacchetto di immobili sarà tuttavia piuttosto limitato, come se si trattasse di una fase sperimentale: i primi immobili ceduti si troveranno infatti a Roma, e sono il frutto di un precedente accordo di valorizzazione raggiunto il Campidoglio dall’ex ministro Ignazio La Russa.
Gli immobili del ministero dell’economia
Lo stesso sta facendo il ministero dell’economia, con il premier Mario Monti che sta per lanciare una sgr e un fondo immobiliare. Le stime non sono ancora a nostra disposizione nella loro versione “definitiva”, ma sembra proprio che la tendenza a dismettere il patrimonio pubblico sia stata avviata con decisione e, probabilmente, si trovi già in una strada a senso unico.