Dopo diverse settimane di silenzio – giustificate dalla nostra volontà di concentrarci soprattutto su quanto accade in casa nostra – torniamo a discutere sull’andamento di uno dei mercati immobiliari più importanti del mondo, quello cinese (del quale da tempo si parla di una presumibile bolla). Un mercato immobiliare che ha attraverso un imponente boom nel corso degli ultimi anni, per poi subire una delicata fase di instabilità nei mesi a noi più recenti. E ora? L’ennesima inversione di tendenza potrebbe essere alle porte.
Stando a quanto afferma l’agenzia di stampa Bloomberg, infatti, nel corso del mese di giugno le vendite di appartamenti in Cina sono schizzate in alto, con una progressione positiva di 41 punti percentuali rispetto al mese precedente. Un boom di compravendite che sembra essere riconducibile principalmente al calo dei tassi di interesse di riferimento, che ha spinto al rialzo le possibilità di indebitarsi convenientemente per realizzare una transazione sul mattone locale.
Di conseguenza, il valore complessivo delle abitazioni vendute nel mese di giugno è cresciuto sui 531,3 miliardi di yuan (circa 83 miliardi di dollari) contro i 375,7 miliardi di yuan del mese precedente. Nel corso della prima metà del 2012 si era invece assistito a un generale rallentamento dell’immobiliare, con un calo del 6,5 per cento delle vendite rispetto al corso dello stesso periodo dell’anno precedente.
Anche in quell’occasione, a influenzare in maniera decisiva il corso del mercato immobiliare fu il governo, che per evitare gli effetti negativi di uno scoppio di una bolla di settore, aveva cercato di imporre restrizioni e nuove tasse per scoraggiare le compravendite e, in tal modo, contenere i valori commerciali.
Nel corso degli ultimi mesi, tuttavia, gli interventi delle autorità sono state contraddistinte da una tendenza opposta. Il costo del denaro si è infatti abbassato nuovamente al fine di rilanciare i preoccupanti segnali di rallentamento dell’economia asiatica. Confermate, invece, le misure amministrative.