Il mercato immobiliare italiano si sta contraddistinguendo sempre più per scarsi investimenti, assenza di sviluppi e di compravendite, dubbie prospettive. Un mercato talmente scoraggiante dall’aver scacciato l’interesse degli investitori esteri, che mirano i propri impieghi su specifici settori e classi di transazione. A parlarne è l’amministratore delegato della società di gestione del risparmio italiana Idea Fimit, Massimo Brunelli.
In una recente intervista concessa a Milano Finanza, Brunelli ricorda come “la situazione e’ effettivamente molto difficile: il mercato immobiliare, piu’ di ogni altro, soffre per la mancanza di offerta di credito e per l’alto costo del denaro, fattori che in nessun altro settore hanno un impatto altrettanto negativo in termini di blocco degli investimenti e delle transazioni”.
Ancora, Brunelli afferma come “il mattone italiano non ha neppure beneficiato di una significativa correzione dei prezzi, che invece avrebbe potuto favorire la domanda. Il cosiddetto repricing non si e’ ancora verificato”, con molti degli investitori che vedono nei prezzi così elevati una delle fondamentali ragioni per cui non vengono in Italia.
Oltre a quanto sopra, ulteriori problemi che gravano sull’immobiliare tricolore, per il manager di Idea Fimit, sono la fiscalità penalizzante, con “una maggiore imposizione sulle transazioni immobiliari di certo non aiuta il mercato”.
A questo, punto, conclude Brunelli, l’Italia per poter attrarre nuovi investitori esteri avrebbe bisogno di “certezze normative buone opportunita’ di investimento e rendimenti interessati. Quanto al real estate il settore dei centri commerciali ha grandi potenzialita’ di sviluppo che attraggono gli investitori esteri”. Per quanto concerne possibili prospettive di inversioni di tendenza, nulle sembrano essere le possibilità nel breve termine. L’orizzonte temporale più positivo sembra pertanto spostarsi al 2013 inoltrato, considerato periodo utile per poter giungere alla tanto attesa stabilizzazione di mercato; nel 2014 possibile una lieve e graduale ripresa delle compravendite e delle quotazioni.