Sono sempre di più le voci contrastanti circa lo sviluppo della strada che dovrebbe condurre il governo a dismettere parte del proprio patrimonio pubblico, al fine di ripianare il debito pubblico entro i limiti previsti. Una strategia che continua a suscitare polemiche tra coloro che temono che, così facendo, lo Stato possa andare incontro a una conveniente “svendita” del proprio patrimonio, con ciò che potrebbe poi capitare sul fronte del medio lungo termine. Vediamo quali sono le ragioni delle proteste, e perché le critiche si fanno, giorno dopo giorno, sempre più feroci.
“Se consideriamo che dei circa 2mila miliardi di euro di debito pubblico complessivo dell’Italia solo il 25% concerne le famiglie italiane mentre il 75% è in mano alle banche sia italiane sia straniere, e se consideriamo che lo Stato s’indebita automaticamente per il fatto di non poter emettere moneta ma è costretto ad acquistarla dalle banche private emettendo titoli di debito, perché mai l’Italia dovrebbe svendere il proprio patrimonio immobiliare alle banche per ripagarle di un debito che nasce sotto forma di signoraggio e cresce sotto forma di speculazione?” – esordisce Magdi Cristiano Allam sulle pagine de Il Giornale.
“Prima che il governo Monti proceda a «svendere», espressione usata recentemente dalla Corte dei conti sottolineando che solo nel primo trimestre di quest’anno le quotazioni immobiliari sono crollate del 20%, gli italiani hanno il diritto di conoscere la realtà e di esprimersi nel merito prima di ritrovarsi del tutto sia impoveriti sia derubati. Perché non è affatto vero che la strategia volta al contenimento del debito pubblico sia attraverso un livello di tassazione che lo stesso direttore dell’Agenzia delle Entrate Befera ha detto che arriva al 75% (il più alto non solo al mondo ma nella storia dell’umanità!), sia attraverso ciò che eufemisticamente viene definito «dismissione e valorizzazione del patrimonio pubblico» (stimato complessivamente in 300 miliardi il patrimonio immobiliare dello Stato e 350 miliardi quello dei Comuni), con dei ricavi oscillanti tra i 15 e i 20 miliardi all’anno secondo il ministro dell’Economia Grilli, si tradurrà in un miglioramento delle condizioni di vita degli italiani e in un consolidamento dell’economia dell’Italia. Di certo saremo sempre più sottomessi alla dittatura finanziaria che sta letteralmente distruggendo l’economia reale!” – aggiunge il giornalista, proponendo addirittura un referendum per coinvolgere adeguatamente gli italiani.
Che ne pensate della cessione immobili fondi pubblici?