Di Imu abbiamo parlato tantissime volte nel corso degli ultimi mesi. Eppure, almeno stando a quanto asseriscono diversi osservatori iberici, in Spagna c’è perfino chi sta peggio. A causa dell’inasprirsi della crisi economico finanziaria di Madrid & dintorni, i Comuni stanno mettendo mano alle regolamentazioni sull’applicazione della Ibi (Impuesto de Bienes Immuebles, la nostra Imposta municipale unica, ex Ici), estenendo il perimetro di imposizione della stessa, anche ai beni della Chiesa.
Il sasso è stato lanciato nel comune di Elda, nella provincia di Alicante, la cui municipalità ha scelto di far pagare alla Chiesa cattolica la tassa sugli immobili, sia per quanto concerne gli edifici che fanno capo all’episcopato, sia per quanto invece concerne gli edifici cui fanno capo gli istituti religiosi. Una scelta non certo facile, anche perchè proviene da una giunta sostenuta a larga maggioranza dal partito popolare che, tradizionalmente, viene ritenuto molto più vicino della “concorrenza” alla Chiesa.
Non solo. Oltre a Elda, anche in altri comuni spagnoli (non distanti da Valencia) la tendenza è stata la tessa. L’introduzione della tassa anche nei confronti dei beni della Chiesa cattolica sta diventando realtà, accompagnata da alcune velate anticipazionie (tra cui il minacciato pignoramento dei beni ecclesiastici) che dovrebbero smorzare timidi tentativi di evitare il pagamento della tassa.
Rimane ora da comprendere quale possa essere il futuro di un simile balzello (in un clima di Immobiliare Spagna sempre più in difficoltà). Per il momento, infatti, l’imposizione della tassa patrimoniale immobiliare sui beni della Chiesa sta emergendo esclusivamente a livello locale. Tuttavia, l’opportunità di far pagare in maniera equa le imposte alle attività che hanno finalità commerciale, superando privilegi antichi, potrebbe presto comparire anche a livello nazionale, perseguendo così una strada simile a quella italiana, dove i beni ecclesiastici sono soggetti a Imu nella parte in cui non hanno finalità religiose. Il dibattito in Spagna rischia di farsi molto aspro nelle prossime settimane: vi terremo aggiornati sull’evoluzione della materia.