Si chiama Fondo Immobiliare Italia, ed è un fondo di diritto privati a cui Stato, Regioni, Comuni potranno conferire i loro beni immobili. Almeno, questo è quanto vorrebbe il presidente della Commissione Bilancio del Senato, ed esponente del Fli Mario Baldassarri, che tempo fa aveva proposto un emendamento, poi divenuto disegno di legge, che potrebbe far parte dell’insieme dei provvedimenti della spending review accelerando il piano di approvazione “antidebito” di cui si discute in questi giorni.
In particolare, il progetto Baldassarri prevederebbe la costituzione di un Fondo Immobiliare Italia cui gli enti pubblici potrebbero conferire i propri immobili, in cambio di obbligazioni convertibili in azione, garantite da beni reali (e, pertanto, in grado di conseguire un rating elevato), da collocare presso investitori nazionali e internazionali. Con le risorse così raccolte presso investitori, il fondo pagherebbe gli immobili allo Stato, alle Regioni e ai Comuni, che potrebbero così ridurre i propri debiti.
“Con questa proposta, frutto delle analisi di economisti e tecnici come Savona e Monorchio” – ha aggiunto Baldassarri ai microfoni di TG24 – “si compensano due esigenze: far ottenere rapidamente allo Stato e agli enti territoriali risorse liquide per ridurre il debito e lasciare al Fondo il tempo necessario per valorizzare e cedere il patrimonio” (in una vendita beni pubblici contestata).
“Il dibattito sulla vendita del patrimonio immobiliare dello Stato, con relative cifre date in libertà, sta diventando surreale. Al momento, esiste una unica cifra ufficiale che è quella riportata nell’elenco dei beni dello Stato trasferibili allegata al decreto sul federalismo demaniale del 2010, pari a 50miliardi” – gli fa invece eco Francesco Boccia, deputato del Pd e coordinatore delle commissioni economiche alla Camera.
“In queste ore, però” – prosegue Boccia – “escono cifre senza alcun fondamento come quella che valuterebbe il patrimonio statale vendibile pari a 400miliardi. Delle due, l’una: o nei 400miliardi sono compresi anche il Colosseo e la fontana di Trevi oppure è evidente che c’è una ambiguità di fondo. Se questa cifra comprende anche la svendita di alcune azienda di Stato, come la vicenda che riguarda Ansaldo energia, il Pd non sarebbe d’accordo. Chiediamo ai gruppi che sostengono il governo di portare la discussione in Parlamento, con serietà e rigore, sulla base della relazione puntuale del ministero dell’Economia sul patrimonio dello Stato”.
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