Tra le numerose conseguenze del sisma in Emilia Romagna vi è stato anche il rinnovamento di una maggiore sensibilità nei confronti della protezione delle case. “Non sono i terremoti che uccidono, ma le case che crollano in testa” – ha affermato in merito il presidente dell’Ordine dei Geologi della Toscana, Maria Teresa Fagioli, che poi rilancia l’ipotesi di un libretto del fabbricato. Ma di cosa si tratta? E perché potrebbe realmente migliorare la situazione della sostenibilità dei fabbricati, anche in caso di evento sismico?
Stando a quanto sostiene Fagioli sulle pagine di Firenze Today, il libretto del fabbricato è “una vera e propria carta di identità di un immobile dal punto di vista idrogeologico e sismico. Un documento che riporti le caratteristiche del terreno su cui poggia un edificio e il grado di rischio sismico a cui è soggetto, il grado di staticità, l’eventuale rispetto o meno delle più recenti normative antisismiche”.
Ma perché vi sarebbero delle resistenze circa l’adozione di tale documento? “Lobbies di palazzinari e immobiliaristi senza scrupoli ne frenano l’adozione” – afferma ancora la presidente dell’ordine dei geologi toscani, che precisa come, nella propria proposta, il libretto debba accompagnare per legge ogni compravendita immobiliare, così che chi acquista un appartamento o un qualunque altro tipo di struttura possa sapere con esattezza a quali rischi potrebbe andare incontro.
“Un’operazione di chiarezza e trasparenza doverosa” – commenta ancora Fagioli – “Oggi il singolo cittadino può rivolgersi privatamente ad un geologo o ad un ingegnere prima di comprare casa, pagando tutto di tasca propria”.
Per quanto infine concerne la sola Toscana, Fagioli ricorda come “rispetto alla media nazionale la nostra Regione ha una buona normativa antisismica. Spesso però il problema è l’applicazione a livello comunale (…)L’80% del territorio toscano è, con diversa gradualità, a rischio sismico. Eppure da una recente indagine svolta ci risulta che moltissimi comuni toscani non si avvalgono delle competenze dei geologi, neppure nelle commissioni edilizie”.
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