Congiuntura internazionale e tasse locali. E ancora, normativa confusa sugli affitti e tanto altro ancora. Sono queste, secondo quanto affermato dal presidente della Confedilizia Corrado Sforza Fogliani, alcune delle principali determinanti dell’attuale situazione di crisi del mercato immobiliare italiano, che si trova a dover affrontare una difficile seconda parte d’anno, e un’incognita piuttosto ampia sul futuro a breve termine. Cerchiamo allora di ripercorrere le principali valutazioni del presidente della confederazione, recentemente espresse sui media.
Italia Oggi ha lasciato spazio al presidente Confedilizia per poter esporre le proprie analisi in merito al real estate nazionale. “Il mercato segnala che i prezzi degli immobili non diminuiscono” – afferma Sforza Fogliani – “e non diminuiscono perché non possono diminuire, a meno che non si venda in perdita rispetto, persino, al solo carico fiscale. L’Imu, col suo inusitato peso, ha avuto e avrà ancor più nel prossimo autunno effetti devastanti, anche sul piano sociale. Tra l’altro, non è neppure auspicabile che i prezzi diminuiscano, per ciò che questo comporterebbe per lo stesso sistema bancario (l’effetto subprime)”.
Ma come procedere, allora? “La prima cosa che s’impone” – ricorda il presidente Confedilizia – “è un riequilibrio del carico fiscale che grava oggi sull’immobiliare, imposto sul falso presupposto che prima dell’Imu la tassazione del settore fosse in Italia più bassa che altrove. Bisogna che il governo ascolti le voci di chi, responsabilmente, propone un ridimensionamento della tassazione della casa. La nuova situazione dei conti pubblici lo consente e quindi l’impone. C’è lo strumento (proposto dalla Cgia di Mestre) della modifica delle aliquote che l’esecutivo si è riservato di fare entro il 10 dicembre. C’è lo strumento della deducibilità che propone il presidente Fini. Altre forme ancora di riconduzione dell’imposta a equità (a cominciare dalla valorizzazione, propria dei paesi civili, del principio che il prelievo fiscale trova il suo limite nella capacità di reddito del patrimonio, come stabilito dalla Corte costituzionale tedesca ancora nel 1995) possono essere studiate. Ma necessitano, e urgentemente, atti concreti” (vedi anche prezzi e compravendite in calo – Gabetti).
Non manca, poi, un approfondimento sulle locazioni. “La seconda cosa che s’impone è il rilancio dell’affitto. Per affrontare la situazione che si creerà, Spagna e Inghilterra l’hanno già fatto. Va anzitutto drasticamente ridotta, legislativamente, la sconsiderata penalizzazione fiscale dei contratti di locazione (il cui generale abbandono comporterà problemi ai quali, allegramente, nessuno pensa).Vanno poi resi sicuri (nel rilascio) i contratti, vanno fluidificate le norme coattive che oggi ancora (nell’uso diverso, da 35 anni, dalla legge sull’equo canone) li regolano, e che il premier Monti già nel ’98 sosteneva bisognose di una «liberalizzazione accelerata». Potrà, questa strada, non piacere a chi vuole le liberalizzazioni solo in casa d’altri (industriali, in primis), ma è l’unica realistica, come il mondo intero insegna. Solo l’affitto risolve il problema di chi non può più acquistare casa o pagare il mutuo” – conclude il presidente sulle pagine di Italia Oggi.
Domandiamo infine: ripresa immobiliare nel 2013 impossibile?
Michele 27 Marzo 2013 il 17:18
i prezzi non possono diminuire??? ahahahah invece possono eccome, esempio:
immobile nel 2000 valore 90.000 euro, stesso immobile nel 2006 300.000 euro, bene nel 2013 lo devono vendere a 150.000 😉