Secondo quanto affermano le fonti di stampa americana, è pressochè cosa fatta l’accordo tra le autorità di regolameintazione americane e 14 banche, tra cui anche Jp Morgan Chase, Bank of America, Citigroup e Wells Fargo, in merito alle accuse di violazioni commesse dagli istituti nelle procedure di foreclosure tra il 2009 e il 2010. All’epoca, migliaia di famiglie americane avevano denunciato irregolarità nei mutui, chiedendo la revisione della documentazione relativa ai pignoramenti effettuati in seguito al mancato rimborso delle rate dei mutui.
Stando a quanto scrive il Wall Street Journal, come riportato sulle nostrane pagine de Il Sole 24 Ore, l’accordo sarebbe valutabile intorno ai 10 miliardi di dollari, e prevede “un rimborso di almeno 250 dollari ai 4,4 milioni di persone che hanno ricevuto notifica di foreclosuree somme più alte per le 495.000 persone che avevano chiesto una revisione delle procedure” (vedi anche Prezzi case USA 2012).
In questo modo le banche contribuiscono a chiudere il processo di revisione avviato nel 2011, quando le istituzioni americane avevano rilevato gravi punti deboli nelle procedure pignoratizie seguite dalle 14 aziende creditizie, che avevano acconsentito a riesaminare la documentazione relativa ai pignoramenti per appurare eventuali scorrettezze.
“C’è l’accordo tra Bank of America e Fannie Mae nell’ambito della causa intentata dal colosso dei mutui contro la banca di Charlotte, North Carolina, per irregolarità commesse nell’erogazione di prestiti da parte di Countrywide Financial (una controllata di BofA) e da Bank of America National Association tra il 2000 e il 2008” – ricorda Il Sole – “In base all’accordo Bank of America pagherà a Fannie Mae 3,6 miliardi di dollari in contanti e riacquisterà un portafoglio da 6,75 miliardi di dollari su circa 30mila mutui residenziali. Il colosso bancario Usa intende coprire i pagamenti per complessivi 10,35 miliardi di dollari utilizzando riserve di capitale esistenti e ulteriori accantonamenti per 2,5 miliardi” (vedi anche Mercato immobiliare Usa in ripresa con il dubbio fiscal cliff).