Poche ore fa abbiamo avuto modo di comprendere quali siano i principali punti di attenzione quando ci si avvicina a un’operazione di acquisto di una casa all’estero. Abbiamo pertanto compreso che è bene prendere tutte le informazioni sulla contrattualistica del Paese di destinazione del nostro investimento, o ancora assumere ogni dettaglio informativo sulle leggi in materia di esproprio, o sulle modalità di finanziamento bancario dell’operazione.
Occupiamoci invece oggi di quanto accade sul fronte fiscale, considerando che dallo scorso luglio 2012 in Italia è entrata in vigore l’Ivie, una nuova tassa patrimoniale simile all’Imu (con un’aliquota dello 0,76% sul valore del fabbricato) che si applica a tutti gli immobili detenuti al di fuori dell’Italia (vedi anche Imposte sulla proprietà nei principali Paesi Europei).
Per calcolare l’importo da versare, occorre prendere come base di riferimento il valore risultante al catasto del Paese di destinazione. Una regola che tuttavia non è sempre valida, visto e considerato che in alcune nazioni, come quelle extra-europee oppure la Francia, il Belgio e l’Irlanda, non esistono dei documenti analoghi alle visure catastali.
In queste ipotesi, allora, il valore di riferimento è quello del prezzo di acquisto dell’immobile o, in alternativa, il prezzo risultante alla fine di ogni anno fiscale.
In merito, si ricorda come sia stata recentemente avviata la sperimentazione di Eufides, una piattaforma che vorrebbe facilitare le transazioni immobiliari tra i 21 paesi dell’Unione europea dove è in vigore il sistema di notariato latino (ad esempio, Francia, Germania, Svizzera, Spagna, Paesi Bassi), facendo risparmiare tempo e costi legati allo spostamento. Torneremo a parlare di questo nuovo sistema di semplificazione nel corso delle prossime settimane, informandovi nel contempo di tutte le principali e più importanti occasioni di guadagno per gli investimenti immobiliari nei principali mercati europei ed extra europei.
E voi, avete deciso su quale Paese internazionale investire?