Proseguiamo oggi nell’analisi del report “Gli immobili in Italia”, a firma dell’Agenzia del Territorio. Soffermiamoci in particolare sui versamenti IMU 2012 sulla base delle stime compiute dalla stessa Agenzia, che afferma come “la proiezione IMU su base annua, escludendo l’imposta versata sulle aree fabbricabili e sui terreni, ammonta a circa 18,1 miliardi, di cui oltre 3,3 miliardi derivano dai versamenti sulle abitazioni principali”. Non solo: scorgiamo insieme i principali aspetti delle stime compiute dall’Agenzia.
Ancora, sottolinea il Territorio, “l’importo medio dell’IMU è di circa 761 euro ed è assai più contenuto per l’abitazione principale (circa 206 euro) per effetto della struttura delle aliquote e detrazioni”. Sul fronte della composizione percentuale del prelievo immobiliare per tipologia di immobile, “il totale IMU proiettato a fine anno si compone per il 18,4% del prelievo sulle abitazioni principali e per l’81,6% del prelievo su altri immobili. (…) Il 68% dei contribuenti hanno effettuato versamenti IMU sull’abitazione principale e il 62% su altri immobili” (vedi anche Valore di mercato e valore imponibile potenziale IMU).
Inoltre, aggiunge l’Agenzia del Territorio, “ il 10% dei contribuenti più “ricchi” in termini di rendita catastale (ovvero i contribuenti che possiedono immobili caratterizzati dalla rendita catastale più elevata) versa circa il 57,3% dell’IMU totale mentre, sommando i primi tre decili, emerge che il 30% dei contribuenti più poveri versa poco più del 6% dell’IMU totale. La concentrazione dell’imposta è confermata anche dall’importo medio annuale dell’IMU dovuta; in media l’imposta versata dai contribuenti appartenenti all’ultimo decile di rendita è pari a oltre 4.700 euro, una cifra che è più di 4 volte maggiore dell’importo dovuto dai contribuenti del decile immediatamente precedente (1.000 euro circa). I più “poveri”, appartenenti al primo decile della distribuzione, versano in media circa 182 euro”.
Confrontando infine i versamenti del primo e del secondo decile – conclude il Territorio – “può apparire sorprendente che il 10% dei contribuenti con la rendita catastale più bassa versi in media un importo superiore rispetto a quelli appartenenti al secondo decile e contribuisca con una quota maggiore al versamento dell’IMU complessiva. Da un’analisi puntuale effettuata sulla composizione del patrimonio immobiliare delle persone fisiche appartenenti ai primi due decili, emerge che nel primo decile si concentrano molte abitazioni principali con rendite catastali basse che, per l’operare del meccanismo di detrazione, risultano esenti ai fini IMU; i versamenti IMU dei contribuenti del primo decile sono invece prevalentemente collegati alla proprietà di altri immobili e risultano in media più elevati per l’assenza della detrazione e per l’aliquota maggiore prevista dalla normativa IMU (0,76%). Passando al secondo decile, invece, cominciano ad emergere quote di versamento legate all’abitazione principale con le detrazioni e l’aliquota al 4 per mille. Nei decili successivi il fenomeno descritto non è più così evidente perché i versamenti sulle abitazioni principali risultano più uniformemente distribuiti” (vedi anche Prezzi case giù per colpa dell’Imu).