È Portofino la località nella quale l’imposta municipale unica giunge ai livelli più onerosi: 1.030 euro. Tra le principali metropoli italiane, invece, il salasso per i contribuenti nazionali è stato subito a Roma, dove si è pagato una media di 537 euro per l’Imu sulla prima casa, e 1.253 euro di spesa media sugli altri immobili. Meglio è andata a Torino, dove l’immobile di residenza è invece costato poco meno di 200 euro, e dove seconde case e negozi hanno superato i 900.
Tra le altre principali aree urbane italiane, abbastanza bene anche a Genova e a Napoli, dove l’Imu vale rispettivamente 372 e 368 euro per i possessori di prima casa, 780 e 694 per le altre tipologie di immobili (vedi anche Versamenti IMU per aree geografiche).
Discorso parzialmente diverso per quanto concerne l’Imu sulle seconde case: i vacanzieri più penalizzati sarebbero stati quelli sulle Dolomiti, a Cortina, che hanno speso giusto qualche euro in più 1.361 euro, contro i 374 euro sborsati dai residenti.
I numeri definitivi del Tesoro sul gettito dell’imposta raccolta in ciascuno degli oltre ottomila Comuni italiani – afferma il quotidiano La Stampa – “è in fondo uno spaccato sulla distribuzione della ricchezza nel Paese. Fra le dieci località con l’Imu più cara spuntano a sorpresa Pecetto – «il paese delle ciliegie» (687 euro) – e Pino Torinese, nel 2011 la più ricca d’Italia con 351 residenti che hanno dichiarato centomila euro l’anno e un Imu medio di 619 euro. In Piemonte ci sono anche alcuni dei Comuni meno cari: Oncino nel cuneese (31 euro) e Antrona Schieranco (appena 20). A Siena va la palma del capoluogo più caro per i residenti: 567 euro, trenta in più dei romani”.
Dei quasi 24 miliardi di euro di gettito complessivo derivante dall’Imu, si legge ancora tra i dati ufficiali, 3,5 miliardi di euro sono relativi ai soli aumenti disposti dai Comuni, in esercizio delle proprie facoltà riservate.