Dell’affitto con riscatto abbiamo parlato qualche volta, non troppo tempo fa. Si tratta – in sintesi – di una forma contrattuale nel quale le parti si accordano di assumere e concedere in affitto un immobile, con l’impegno, da parte dell’inquilino, di riscattarlo entro 2 -4 anni. Il canone di locazione sarà più caro del normale (di norma, del 10 – 30 per cento) ma una parte del canone andrà a scomputo del prezzo d’acquisto, che viene bloccato fin dal momento della stipula della locazione.
Ad ogni modo, sotto la dicitura “affitto con riscatto” o “rent to buy” vengono celate quattro differenti formule tecniche. Cerchiamo allora di vederle, pur rapidamente, con la promessa di approfondirle singolarmente nel corso delle prossime settimane (vedi anche Affitto con riscatto: conviene o no?).
Cominciamo con la locazione con opzione d’acquisto, la formula sicuramente più semplice, consistente nella stipula – da parte del potenziale acquirente – di un contratto d’affitto dove è prevista anche un’opzione non obbligatoria di acquisto dell’immobile locato. La formula della locazione con preliminare di vendita, rispetto alla locazione con opzione d’acquisto, prevede invece che le parti assumano un impegno scritto più vincolante, visto e considerato che assieme al contratto di locazione viene stipulato anche un preliminare di futura vendita, entro un termine stabilito.
Terza formula tecnica è rappresentata dalla formula con acconto, nella quale si definisce il contratto d’affitto e le singole tappe per poter arrivare all’acquisto, compreso un acconto sul prezzo finale, e una allegata pianificazione finanziarie (vedi anche Tasse affitto casa).
Infine, la formula della vendita a rate, o buy to rent, nella quale l’ottica viene ribaltata. In altri termini, si vende l’immobile, per poi ricevere un canone d’affitto. In questo caso, chi vende è in genere colui che ha necessità di liberarsi in tempi rapidi dell’immobile, e accetta il pagamento rateale, in maniera tale che chi acquista non sia costretto a stipulare un mutuo.