Nel corso delle ultime settimane ci siamo soffermati più volte nel commentare quanto siano onerosi i mutui italiani rispetto a quelli dei principali concorrenti europei. A conferma di ciò, citammo alcuni dati forniti dall’Adusbef, che sottolineò come i mutui italiani siano divenuti rapidamente tra i più salati in Europa, per una colpa che – secondo l’associazione – andrebbe attribuita integralmente alle banche nostrane. Ad occuparsi del tema è stata ora un’altra parte molto impegnata sul fronte dei consumatori.
Stando a quanto dichiarato da SOS Tariffe, infatti, “per fare un esempio una famiglia che ha sottoscritto un mutuo di 100 mila euro a 30 anni andrà a pagare 69 euro in più al mese per un totale di 828 euro l’anno. A gennaio anche l’associazione bancaria ABI ha registrato un aumento del costo sostenuto per attivare un mutuo. Secondo i dati BCE la differenza per il tasso sui mutui tra Italia e media UE è di 119 punti base. Secondo l’associazione Adusbef chi sottoscrive un mutuo può arrivare a spendere oltre 24 mila euro in più rispetto ad un altro cittadino residente in zona euro. Secondo l’associazione questo rappresenta un vero e proprio “saccheggio” che le banche attuano nei confronti dei cittadini. La differenza prima descritta sarebbe, inoltre, raddoppiata nel giro di un anno” (vedi anche Confronto tassi mutui Italia – UE).
Oltre a quanto sopra, si tenga altresì in considerazione come gli spread applicati ai tassi variabili siano aumentati radicalmente, passando dal 2,70 per cento al 4 per cento, con picchi anche per il 4,5 per cento. Maggiorazioni che hanno controbilanciato il vantaggio di avere dei tassi di interesse di riferimento sostanzialmente molto bassi, andando a penalizzare l’equilibrio monetario della clientela bancaria.
In peggioramento anche i tassi sui nuovi mutui. Secondo l’Abi si sarebbe registrato un incremento dal 3,7 per cento al 3,75 per cento (vedi anche Meno mutui e più cari: la denuncia dell’Adiconsum).