Secondo quanto sta emergendo da più parti, la Banca d’Italia avrebbe intenzione di adottare un altro giro di vite sui criteri di erogazione dei mutui, istituendo l’indicazione che gli istituti di credito aumentassero gli accantonamenti a fronte dei prestiti casa o, in alternativa o aggiunta, svalutassero fino al 50 per cento degli immobili su cui sono stati concessi i mutui immobiliari.
L’obiettivo di questa indicazione sembra essere piuttosto palese, visto e considerato che la finalità è quella di realizzare garanzie accettate sotto forma di ipoteca è molto lento e pertanto ne consegue la necessità che vi sia maggiore prudenza nell’incrementare lo scarto garanzia preteso sugli asset di riferimento.
“Pare che quando il governatore ha prospettato questa novità ai maggiori banchieri del Paese, ci sia stata una levata di scudi che avrebbe avuto l’effetto di congelare se non di scongiurare il “diktat”, secondo quanto riferisce Milano Finanza di sabato scorso nel suo editoriale” – riepilogava il magazine Il Ghirlandaio in un suo recente approfondimento – “Ed è encomiabile che sia stato così, perchè una nuova, durissima misura contro il mercato della liquidità, che ledesse uno dei capisaldi del credito, cioè la garanzia immobiliare, potrebbe essere il colpo di grazia per un settore che proprio non ha più le spalle larghe che sarebbero necessario per sopportarla… E’ vero che alcune banche negli anni scorsi hanno ecceduto in manica larga, soprattutto a favore degli amici degli amici, il che le ha imbottite di incagli immobiliari, ma non ha senso – per colpa di poche “pecore nere” – imporre un “taglio lineare” anche a tutti gli altri, per prudenti che siano stati” (qui invece il nostro approfondimento sui mutui italiani sempre più cari).
Occorrerà solo comprendere quali siano gli effetti derivanti da questa potenziale introduzione, visto e considerato che il mercato immobiliare e quello creditizio sono fortemente correlate, e il momento non sembra essere quello più propizio per ulteriori ristrettezze.