Ricordando quale sia la complessiva impressione degli investitori stranieri sul mercato immobiliare italiano (il 70% lo ritiene poco o per nulla attrattivo) abbiamo volutamente trascurato l’approfondimento sul perchè il mercato nazionale venga giudicato così scarso agli occhi esteri. Vediamo dunque perchè – secondo l’analisi di Ernst & Young – i fondi internazionali si terranno alla larga dai lidi tricolori.
Secondo la recentissima ricerca formulata dalla società di consulenza internazionale, alla domanda se “i volumi di transazioni nel 2013 supereranno quelle del 2012″ solamente il 20 per cento si è detto d’accordo, mentre il 15 per cento si è detto “abbastanza d’accordo”. Ne deriva che il 65 per cento degli intervistati ritiene che il 2013 non si caratterizzerà per transazioni superiori a quelle del 2012 (vedi anche Investimenti esteri nell’immobiliare italiano).
Alla domanda se “dato lo stock limitato nel prime, gli investitori si sposteranno su settori più rischiosi“, invece, il 65 per cento ha risposto in maniera negativamente, smentendo quindi quelle impressioni secondo cui le difficoltà dei settori meno rischiosi e più appetibili sposteranno la domanda su quelli più rischiosi.
Ancora, alla domanda se “nel 2013 torneranno i progetti speculativi”, solamente il 25 per cento si è detto d’accordo o abbastanza d’accordo, contro il 75 per cento di visioni pessimistiche sul futuro a breve termine dei progetti speculativi italiani. Infine, alla domanda se “l’attività degli investitori internazionali real estate aumenteranno rispetto al 2012”, solamente il 5 per cento degli intervistati si sarebbe dett d’accordo, contro il 20 per cento di giudizi positivi – ma tiepidi – e il 75 per cento di intervistati che ha evidenziato significativa sfiducia (di cui il 45 per cento si è detto per nulla d’accordo, e il 30 per cento abbastanza in disaccordo).
Nessuna sorpresa all’orizzonte per il prossimo 2013, dunque. Altri tre trimestri ardui attengono gli operatori di settore (vedi anche Mercato immobiliare estero in crescita). Continueremo comunque a monitorare l’andamento del comparto anche nel corso dei prossimi trimestri.