Un pacchetto di importanti novità sta per abbattersi sui proprietari immobiliari romani. Dopo il parziale alleviamento del peso dell’Imu (il pagamento di giugno è stato fortunatamente sospeso), è ora giunta la notizia della rivisitazione dell’imposta, con esenzione totale sulla prima casa per 376 mila famiglie con reddito Isee equivalente inferiore ai 15 mila euro. Per altre 600 mila, invece, l’imposta rimarrà invariata.
Insomma, le buone notizie riguardano tutti quei nuclei il cui reddito Isee non è superiore ai 15 mila euro.
Purtroppo, per altri la situazione è destinata a peggiorare. Gli aumenti – sottolineava il quotidiano Il Messaggero – “riguardano 175 mila immobili, di cui 79mila abitazioni e dunque nuclei familiari per i quali dopo gli accertamenti sta partendo l’aggiornamento catastale della prima casa. Per capirci: abitano al Colosseo, pagano come un residente di Fidene. In quelle che un tempo erano catapecchie, soffitte mentre adesso sono appartamenti di prestigio in palazzi del centro, palazzine di Monti, Trastevere, Esquilino. Altre 20mila sono seconde case che subiranno aumenti di circa il 40 per cento rispetto all’anno scorso”.
Complessivamente, pertanto, se un terzo della popolazione pagherà la stessa cifra, circa l’8 per cento subirà gli aumenti sulla prima casa, in adeguamento alla legge che dal 2004 impone ai Comuni di aggiornare il catasto. A comunicare ai proprietari le nuove rendite catastali sarà l’Agenzia delle Entrate, che invierà delle lettere a ciascun soggetto contribuente (vedi il nostro ultimo focus su Prezzi case Roma in calo).
“L’abolizione dell’Imu” – spiega il sindaco Gianni Alemanno, con dichiarazioni riportate sul quotidiano Il Messaggero – “è un impegno che il Pdl aveva preso in campagna elettorale e che stiamo portando avanti come prerogativa indispensabile. La mia soddisfazione personale sta nel fatto che Roma è stata un esempio da seguire e che la nostra amministrazione, a prescindere da come andranno le cose a livello nazionale, ha già trovato le risorse per azzerare questa tassa per 376 mila famiglie romane, pari al 36% delle prime case. Nonostante i Comuni debbano fare i conti con la cronica mancanza di liquidità, come lo stesso ministro Delrio conferma, Roma è riuscita a trovare le risorse necessarie derivanti dalla revisione delle rendite catastali”.