Immobiliare.it ha effettuato una ricognizione sulle case e gli appartamenti presenti sul territorio italiano arrivando a scoprire che una delle popolazioni più attempate del mondo vive in case relativamente giovani. Come si spiega?
In Italia per i giovani le cose si mettono male: la popolazione sta invecchiando e i posti d lavoro scarseggiano. In più proprio per via dell’invecchiamento della popolazione, le case che rimangono in piedi sono sempre quelle, le solite vecchie case con più di 40 anni. Il patrimonio immobiliare ogni giorno è più vecchio e complici le esperienze ambientali, economiche e sociali, non è proprio messo bene.
L’Ufficio Studi di Immobiliare.it ha stimato che in Italia ci sono 11,6 milioni di abitazioni che hanno più di 40 anni di vita e rappresentano il 36,6 per cento delle case italiane. Partendo dalla considerazione che nel 1977 sono state introdotte le prime norme sull’efficienza energetica nel settore edilizio, si scopre che soltanto il 58,4% degli edifici è stato costruito dopo questa data e quindi 18,5 milioni di edifici ancora utilizzati non rispetta i canoni di ottimizzazione e risparmio energetico.
Il problema non è soltanto per chi abita in queste case che – tanto per intenderci – sono quelle classiche con ingresso e corridoio, ma è un problema nazionale visto che si spreca tantissima energia. Mediamente le statistiche dicono che un immobile che ha più di 30 anni consuma dai 180 ai 200 Kwh per metro quadrato. Ne sono sufficienti 30-40 agli edifici che rientrano nella classe B.
Le case più vecchie sul territorio nazionale sono nel Sud Italia e l’edificio più datato è in Basilicata dove nel complesso le case antiche sono il 39,3% del totale. A seguire ci sono Sicilia, Campania e Abruzzo dove le case con più di 40 anni sono il 38,3% del totale. In Friuli e Trentino, invece, le percentuali di case vecchie sono rispettivamente il 31,2 o il 31,3 per cento del totale.