Da sempre l’Italia è alle prese con calamità naturali in grado di seminare morte e distruzione lungo la penisola. Terremoti e alluvioni sono purtroppo molto frequenti, come testimoniano del resto i recenti fatti che hanno visto città come Genova e Parma subire danni di ampia portata sotto la furia delle acque.
Una consuetudine, quella delle calamità naturali, che ha peraltro spinto il governo a prendere in seria considerazione l’ipotesi di una polizza obbligatoria contro le stesse, ipotesi che ha visto però sollevarsi un coro di voci contrarie.
Un coro nel quale, a sorpresa, si sono inserite le stesse compagnie assicurative. Va infatti messo in rilievo come in Italia le stesse propongano assicurazioni di questo tipo che prevedono un premio elevatissimo nelle zone ad alto rischio, proibitive per molti privati, e meno elevato ove invece il rischio è praticamente inesistente, rendendo quindi inutile la copertura.
Va inoltre messo in rilievo come le poche polizze proposte dalle imprese assicurative del Belpaese, come ad esempio quelle di Unipol (Casa e Difesa Più Casa), privilegino l’ipotesi di un terremoto rispetto alle inondazioni.
Proprio l’ipotesi messa in campo dal governo, ha spinto il numero uno di Ania, Aldo Minucci, ad affermare che gli aderenti all’associazione potrebbero adeguarsi all’idea solo ove lo Stato si accollasse comunque una parte delle somme da risarcire, ovvero proprio l’ipotesi che è stata in pratica alla base dell’idea sorta in seno all’esecutivo. Mentre si è dispiegata con grande forza l’opposizione di Assoedilizia e Confedilizia, derivante dal fatto che in Italia già 600 milioni di euro sotto forma di tasse vanno a finire di anno in anno nelle casse dei Consorzi di Bonifica, che dovrebbero mettere in opera accorgimenti contro il pericolo di disastri derivanti da calamità naturali.
Ancora più drastica, però, è stata la bocciatura dell’ipotesi di una polizza obbligatoria da parte dell’Antitrust, tale da proporsi come un ostacolo difficile da rimuovere per il governo.
Mentre perciò il Ministero delle Infrastrutture sembra lavorare all’ipotesi di un accordo con un pool di imprese assicurative che potrebbe sfociare in un sistema basato sulla possibilità di scaricare una parte dei costi in sede di dichiarazione Irpef, rimane in vigore il sistema attuale che non prevede alcuna obbligatorietà della polizza. Chi vuole mettersi al sicuro dalle possibili conseguenze di un terremoto o di una alluvione, può sottoscrivere una delle polizze proposte, che oltre ai costi esosi presentano una serie di controindicazioni abbastanza serie. Come la franchigia posta ad un livello spesso problematico e un massimale tale da permettere solo di ripianare la metà del danno, come nel caso della proposta delle Poste, ovvero Posta Protezione Casa.