Stati Uniti, il forte calo nelle promesse d'acquisto è riconducibile alla volontà di attendere l'estensione del beneficio fiscale.
La National Association of Realtors ha pubblicato i dati relativi al numero delle promesse di acquisto firmate dai cittadini statunitensi nel corso del 2009, e ancora in essere alla fine del mese di novembre. I dati del gruppo operante nel real estate a prima vista non sembrano essere molto incoraggianti, ma forse un’analisi più approfondita potrà permetterci di evidenziare qualche sintomo di positività.
National Association of Realtors dichiara infatti che il numero delle promesse di acquisto sono diminuite del 16% rispetto ai mesi precedenti, contro previsioni degli economisti ben più rosee. Secondo quanto rivelavano gli analisti di Bloomberg, ad esempio, la flessione dell’indice che misura il numero dei compromessi non avrebbe dovuto superare i due o i tre punti percentuali di decremento.
Il corposo passo indietro rispetto ai mesi precedenti sembra tuttavia essere riconducibile ad un’unica importante determinante, relativa al presumibile atteggiamento delle parti compratrici, che hanno rinviato la scelta di acquistare la casa in attesa che l’amministrazione governativa statunitense decidesse che fare del credito fiscale introdotto e riconosciuto agli acquirenti di una prima abitazione.
Il beneficio fiscale (8 mila dollari) era infatti stato previsto con scadenza a fine del mese di novembre 2009, ed è stato poi esteso dall’amministrazione Obama per favorire una più significativa ripresa del locale mercato immobiliare. Presumibilmente, pertanto, è lecito attendersi un rimbalzo piuttosto forte del numero delle promesse di acquisto per ciò che concerne il mese di dicembre e, soprattutto, i primi mesi del 2010.
Positivo, infine, il dato rispetto allo stesso mese di novembre del 2008: in confronto a tale riferimento, il numero delle promesse di acquisto è in crescita del 19,3%. Tutte e quattro le macro-regioni statunitensi hanno infine registrato un decremento delle promesse a novembre rispetto ai mesi precedenti, con la peggiore prestazione da parte dell’area Nord-orientale e del Midwest, in cui la flessione è stata pari al 26%.