Regno Unito, la Royal Institution of Chartered ha rilasciato le ultime previsioni sui prezzi delle case.
Secondo una recentissima pubblicazione della Royal Institution of Chartered Surveyors, i prezzi delle proprietà immobiliari del Regno Unito quest’anno non diminuiranno di entità: a supportare le convinzioni dell’istituto, la presunzione che i tassi di interesse di riferimento rimarranno su bassi livelli, e che il mercato immobiliare dell’area soffrirà di una scarsità nell’offerta dei prossimi mesi dell’anno.
Il gruppo di ricerca londinese ha infatti dichiarato come “con l’offerta di case ancora ristretta e i tassi di interesse su basse soglie, è improbabile che i prezzi caleranno ancora in maniera significativa”. La Royal Institution of Chartered Surveyors ha inoltre dichiarato come le attività del settore immobiliare rimarranno piuttosto contratte per l’intero anno, con conseguente ripresa del mercato piuttosto lenta, in particolar modo nelle aree fuori dalla metropoli londinese e nella zona sud orientale.
Il report della Royal Institution of Chartered Surveyors contrasta pertanto con le recenti dichiarazioni di Kate Barker, della Bank of England, per la quale il mercato immobiliare potrebbe presto vedere dei discreti aggiustamenti in virtù delle differenti scelte in materia di politiche creditizie adottate dai singoli istituti di credito.
Nella società civile britannica, ad ogni modo, l’investimento immobiliare continua ad essere interpretato come un sicuro modo di impiegare i propri soldi, perfino dopo la peggiore flessione del real estate locale osservata negli ultimi decenni. Quasi il 90% dei cittadini britannici pensa infatti che l’acquisto di una casa sia comunque un investimento certo, confermando le stime della YouGov Plc.
Ad ogni modo, le prestazioni del mercato immobiliare britannico sembrano essere migliori di quelle di tanti altri Paesi europei: un report pubblicato pochi giorni fa dimostra infatti come Spagna, Cipro, Irlanda, Grecia e diverse nazioni dell’Europa centro-orientale siano affrontando problemi più seri di quelli stimati dalla Gran Bretagna, con previsioni non certo ottimistiche per l’anno in corso.