Stati Uniti, le erogazioni di finanziamenti immobiliari ad uso abitativo sono in forte crescita, grazie a una buona performance dei rifinanziamenti.
L’indice di riferimento in materia di concessioni di finanziamenti immobiliari da parte degli istituti di credito operanti nel territorio degli Stati Uniti ha misurato un incremento di 18 punti percentuali durante la settimana lavorativa terminata l’11 giugno. Uno sviluppo decisamente importante, tanto che la Mortgage Bankers’ Association, che cura tale monitoraggio, ha riscontrato in tale elemento dei record massimi recenti.
L’incremento rilevato dall’Associazione è infatti dovuto in grandissima parte al forte aumento che hanno avuto le operazioni di rifinanziamento, cresciute di 21 punti percentuali rispetto al periodo di confronto, contro un aumento di 7,3 punti percentuali delle operazioni di finanziamento a supporto di acquisti di proprietà immobiliari. Nella settimana lavorativa terminata il 4 giugno, le erogazioni di mutui erano in calo del 12,2%.
Le richieste di mutuo per acquisto di una prima casa sono tuttavia in fase di decelerazione. Questo fatto non ha sorpreso gli analisti, visto e considerato che il termine per usufruire del beneficio fiscale sta oramai esaurendo la propria spinta attrattiva; di conseguenza, pare ovvio che il mercato immobiliare statunitense non possa fare a meno di sostegni ulteriori se vuole riprendere quota nel breve termine.
Sul fronte dei tassi applicati alle operazioni di mutuo, l’Associazione riscontra un tasso medio sui mutui a tasso fisso con scadenza pari a 30 anni pari al 4,82%, contro il 4,81% della settimana precedente. Un incremento molto lieve, che porta gli attuali tassi a essere superiori di 21 basis points rispetto al minimo storico toccato a marzo del 2009, quando i tassi toccarono il 4,61%. Rispetto a un anno fa, la rata di un mutuo a trent’anni è tuttavia meno cara di circa 8 punti percentuali.
Sono invece in ribasso i tassi applicati alle operazioni di finanziamento immobiliare con scadenze inferiori: quelli a 15 anni sono infatti scesi dal 4,26% al 4,25%.