Negli Stati Uniti il tasso di interesse medio applicato sui mutui a 30 anni cala ancora. Ma potrebbe non bastare per rilanciare le attività del mercato immobiliare locale.
Freddie Mac ha recentemente dichiarato in un comunicato stampa che il livello dei tassi di interesse applicati dalle banche operanti sul territorio statunitense sarebbe sempre più basso. Un elemento che potrebbe invogliare i potenziali acquirenti di una prima casa ad approfittare della convenienza economico finanziaria di una attuale transazione, ristrettezze creditizie degli istituti di credito locali permettendo.
Ciò che tuttavia è certo e quantitativo è che i tassi sui finanziamenti immobiliari a 30 anni sono calati al 4,69% nella settimana terminata il 24 giugno 2010, l’ultima che Freddie Mac ha avuto modo di analizzare. Nella settimana precedente, invece, il livello dei tassi era stato pari al 4,75%; il precedente record era invece pari al 3 dicembre 2009, quando i tassi si fermarono al 4,71%.
In calo anche i tassi sui finanziamenti immobiliari di durate inferiori. A titolo di esempio, Freddie Mac riporta che quelli sui mutui a tasso fisso a 15 anni sarebbero ora giungi al 4,13%.
Gli osservatori principali del mercato immobiliare americano ritengono che l’attuale basso livello dei tassi di interesse possa aiutare effettivamente la ripresa delle attività, che hanno subito un vero e proprio arresto a causa dell’esaurimento dei termini utili per ottenere il beneficio fiscale che l’amministrazione Obama dispose per incentivare le operazioni di acquisto di una prima casa.
A influenzare negativamente le transazioni sono tuttavia degli elementi ancor più gravi, quali, ad esempio, l’elevata disoccupazione in essere sul mercato statunitense del lavoro. Lo scenario occupazionale si sta infatti sviluppando con dei ritmi più negativi del previsto, e non è detto che il tasso di disoccupazione a fine anno sia granchè più lontano al 10% di quanto non lo sia ad oggi.