Stati Uniti, l’immobiliare come freno alla ripresa economica

di Redazione Commenta

L'immobiliare potrebbe non solo frenare la ripresa dell'economia statunitense, ma altresì condurla in una nuova fase recessiva.

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Un’interessante analisi di Bloomberg sullo stato di salute del mercato immobiliare degli Stati Uniti d’America riporta che proprio il real estate sarebbe stata la principale determinante di sette delle ultime recessioni del Paese nordamericano. Questa volta – sostiene ancora il media americano – l’immobiliare potrebbe non tanto provocare una nuova recessione, quanto frenare la ripresa economica nazionale in maniera decisiva.

Le vendite di case sono infatti pressoché crollate dopo il mese di aprile: il 30/4 scadeva infatti il termine ultimo per poter richiedere l’erogazione di un bonus fiscale da 8 mila dollari che l’amministrazione governativa aveva riservato agli acquirenti di una prima casa per favorire le transazioni di compravendita del mercato immobiliare nordamericano.

Il bonus prevedeva che entro tale data venisse sottoscritto un preliminare di vendita e, entro il 1 luglio, fosse portata a compimento la transazione di compravendita finale. Al termine di tali scadenze, le attività hanno subito un evidente rallentamento, che dovrebbe proseguire ed acuirsi durante la seconda parte del 2010.

In particolare, sostiene Moody’s, “se i pignoramenti dovessero incrementare, esercitando nuove pressioni al ribasso nei valori commerciali delle abitazioni, l’economia potrebbe tornare in una fase recessiva. Il mercato immobiliare e l’intera economica sono infatti fortemente interconnesse”.

La spesa sulla costruzione di proprietà ad uso abitativo pesa per circa il 15% del Prodotto Interno Lordo del Paese (dati al secondo trimestre del 2010). Le vendite di case sono calate del 13% a luglio rispetto al mese di giugno, confermando il più grave decremento mensile del 2010.

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