Negli Stati Uniti il mercato del lavoro nuoce a quello immobiliare, il quale a sua volta provoca conseguenze nefaste sulle possibilità di sviluppo dell'economia locale.
In un recente studio gli analisti della compagnia americana ZipRealty sostengono che il mercato immobiliare statunitense non riuscirà a conseguire una ripresa soddisfacente nel corso dei prossimi mesi. La perdita di nuovi posti di lavoro, che mantiene su soglie troppo elevate il tasso di disoccupazione, continua a produrre delle nocive conseguenze sulle speranze di ripresa del real estate a stelle e strisce.
Secondo gli analisti della compagnia sopra ricordata, il volume di vendite delle nuove proprietà immobiliari sarebbe fortemente nella strada del decremento, giungendo su soglie minime record durante la parte finale dell’estate. Tale elemento, uno degli indicatori principali dello stato di salute del mercato immobiliare americano, è previsto ulteriormente in calo nel corso delle prossime settimane.
Stando a ciò che a tal proposito è stato dichiarato dai ricercatori dell’Università di Harvard, “i problemi del mercato immobiliare sono problemi dell’intera economia nazionale, e fino a quanto non verranno risolti, non vi potranno essere margini per una robusta ripresa”.
In tal merito, il mercato del lavoro sarà un fattore chiave per il recupero: purtroppo, tuttavia, le stime sull’andamento dello scenario occupazionale sono ancora piuttosto grigie, con uno sviluppo del mercato del lavoro troppo lento rispetto a quanto auspicato. Il tasso di disoccupazione è ancora al 9,5%, e rimarrà al di sopra dei 9 punti percentuali per l’intero anno e per buona parte del 2011.
Durante il corso del prossimo anno, infatti, è previsto che il tasso medio si assesti intorno ai 9,1 punti percentuali: un livello evidentemente troppo elevato per poter permettere una pronta ripresa delle compravendite e degli investimenti immobiliari.