Il regolamento del fondo di solidarietà per i mutui prima casa, partito formalmente lo scorso 2 settembre, rappresenta una beffa. Ad affermarlo è il Codacons nel sottolineare come le condizioni ed i requisiti per l’accesso alla misura siano fin troppo stringenti, con la conseguenza che il Fondo individua a favore delle famiglie in difficoltà con la rata del mutuo un aiuto insufficiente al pari della moratoria Abi-Consumatori più volte criticata in passato dall’Associazione.
Questa situazione s’è venuta a delineare ed a determinare in concomitanza con dati preoccupanti rilasciati dalla Banca d’Italia, la quale ha rilevato come in un anno, dal luglio 2009 al luglio scorso, i debiti delle famiglie siano cresciuti di oltre il 20% a causa soprattutto dei prestiti contratti per l’acquisto dell’abitazione. Secondo il Codacons i dati rilasciati dalla Banca d’Italia confermano come nel nostro Paese le famiglie si trovino al collasso, al punto che oramai il poter arrivare alla fine del mese senza indebitarsi rappresenta e costituisce un privilegio.
E così da un lato c’è la moratoria ABI – Consumatori, alla quale si può accedere solo nel rispetto di opportuni requisiti legati, tra l’altro, alla perdita del posto di lavoro o decesso del mutuatario, mentre con il Fondo di solidarietà dei mutui il regolamento allo stesso modo impone il rispetto dei requisiti che, ad esempio, tagliano fuori città come Milano e Roma in virtù della condizione di un mutuo originario di importo non superiore ai 250 mila euro.
Questo significa in sostanza che una famiglia, anche se palesemente in difficoltà, allo stremo a livello finanziario, non può ottenere la sospensione della rata del mutuo, per 12 mesi con la moratoria, e per 18 mesi con il Fondo di solidarietà, se non rispetta tutti i requisiti previsti. Inoltre, le scarse risorse stanziate per il Fondo di solidarietà rischiano di aiutare solo una cerchia ristretta di famiglie, qualche migliaio, ovverosia una piccola minoranza.