Negli Stati Uniti ulteriore rallentamento dei preliminari di vendita, che segnalano una contrazione del mercato per i prossimi mesi.
Disoccupazione, incertezza sul futuro economico della nazione, pignoramenti in aumento, mancanza di incentivi statali e altre variabili stanno complicando la vita al mercato immobiliare statunitense, che all’inizio dell’anno aveva fornito qualche lieve segnale di ripresa, e che si dimostra invece molto più debole del previsto in questa seconda parte di stagione.
Secondo quanto rivelato dalla National Association of Realtors nel suo monitoraggio periodico sull’andamento dei preliminari di vendita per le case non di nuova costruzione, il volume dei compromessi sarebbe calato ancora, durante il mese di luglio, per la terza flessione consecutiva, e mostrando un’anticamera piuttosto deludente di ciò che accadrà nel corso degli ultimi quattro mesi del 2010.
L’indice della NAR è infatti calato di un punto percentuale rispetto al mese precedente, spinto al ribasso da una domanda sempre più debole susseguita alla mancanza del beneficio fiscale di 8 mila dollari che era stato predisposto per incoraggiare i cittadini americani dal porre in essere operazioni di acquisto di una prima casa.
L’incertezza sull’evoluzione dello scenario economico sta poi facendo il resto, inducendo i compratori ad attendere tempi migliori e più sereni per realizzare transazioni di compravendita. Il tasso di disoccupazione – proseguono poi le principali osservazioni – è sempre troppo elevato rispetto alle soglie opportune, stabilizzandosi oramai nella forbice tra i 9,5 e i 9,6 punti percentuali.
Per quanto riguarda infine le operazioni di compravendita realizzate a luglio, il volume è stato pari a un -27% rispetto al periodo di confronto precedente, per un’evoluzione che dovrebbe perdurare su tali proporzioni almeno per i due mesi successivi.