In materia di canoni di locazione è necessario che nel nostro Paese aumentino i controlli da parte delle Forze dell’Ordine, ma serve anche più collaborazione da parte degli studenti, i primi ad essere “coinvolti” nel grave e diffuso fenomeno degli affitti in nero.
Questo è quanto, in sintesi, sostiene Codici nel sottolineare come in città come Roma il mercato degli affitti in nero sia fiorente, e sia tale che uno studente, escludendo le spese accessorie come il gas, la luce ed il condominio, arrivi a pagare nella Capitale anche fino a mille euro al mese. In particolare, gli ultimissimi dati indicano che nel Lazio ci sono la bellezza di quasi 79 mila studenti fuori sede che frequentano gli Atenei, ma di certo buona parte di questi alloggiano in case “offerte” dai proprietari senza la stipula di un regolare contratto di locazione.
Codici, al riguardo, stima che in sette casi su dieci l’affitto sia per gli studenti rigorosamente in nero con la conseguenza che la rivalutazione del canone ogni tanto avviene in base agli indici Istat, ed a volte in maniera forfetaria sulla base di “contratti interni” tra le parti che rispetto al proprietario mettono chiaramente e palesemente lo studente in una posizione di potenziale svantaggio.
D’altronde Codici sottolinea come l’affitto, se in regola con un contratto registrato, aumenta così tanto di prezzo che i costi diventano un lusso a vantaggio di pochi studenti. L’auspicio è che la cosiddetta cedolare secca sugli affitti, il regime di imposta sostitutiva che entrerà in vigore in via opzionale a partire dal prossimo anno, possa permettere di avere da un lato contratti in regola, e dall’altro prezzi di locazione più bassi. Ma in merito i Sindacati degli inquilini sono scettici e perplessi visto che, così com’è, la cedolare secca non andrà ad incidere sul mercato degli affitti ed in particolare su un abbassamento generalizzato dei canoni.