Mercato immobiliare italiano: il settore torna a muoversi

di Redazione Commenta

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Gli ultimi dati giunti dal mercato immobiliare italiano, a partire dai dati Istat sulle compravendite e sui mutui, indicano che nel nostro Paese il settore, finalmente potremmo dire, sta tornando a muoversi e ad inviare incoraggianti segnali di vitalità. Ma come mai tutto ciò sta accadendo?

Ebbene, l’inversione di rotta, secondo quanto dichiarato dal Presidente della FiaipFederazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali di Bergamo, Giuliano Olivati, è scattata in virtù del fatto che i prezzi sono scesi, ma nello stesso tempo bisogna rimanere prudenti, ed in tal senso gli agenti immobiliari sono ancora cauti, visto che in giro ci sarebbero ancora dei falsi miti.

Il Presidente Olivati, non a caso, ha sottolineato come la piazza di immobili invenduti sia stata alimentata ed ingolfata da proprietari che, non adeguandosi ai nuovi scenari di mercato, scaturiti dalla crisi finanziaria ed economica, sono rimasti letteralmente al palo. In sostanza, molti proprietari di immobili non hanno rivisto i propri prezzi di vendita adeguandoli ad un mercato immobiliare italiano le cui quotazioni rispetto ai picchi dell’anno 2007 sono scese in media del 20%.

In accordo con quanto riporta il portale di annunci immobiliari online Idealista.it, ci sono ancora molti proprietari di immobili che non sono disposti a vendere il loro immobile, a prezzi medi inferiori al 20% rispetto alle quotazioni del 2007, in quanto ritengono che in questo modo vanno a perdere soldi. Pur tuttavia, come messo in risalto dal Presidente Olivati, non si considera il fatto che negli ultimi dieci anni le quotazioni medie degli immobili in Italia si sono rivalutate del 120-130%, ragion per cui a conti fatti si va a vendere un immobile con quotazioni di certo ridimensionate rispetto alle quotazioni recenti, ma raddoppiate invece rispetto ai prezzi di dieci anni fa. Questo per dire che non ci troviamo come in passato in una fase boom per l’immobiliare, ma la cessione di asset rappresenta ancora una buona opportunità di disinvestimento.

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