Studiare fuori sede per un universitario in Italia è un salasso, con la voce relativa all’affitto che incide più di tutti. A rilevarlo è stato l’ONF, l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, precisando al riguardo come in un anno uno studente italiano fuori sede spenda quasi settemila euro in più rispetto ad uno studente che studia presso un Ateneo che si trova nel proprio Comune di residenza.
In particolare, uno studente fuori sede che affitta una casa per viverci singolarmente spende in media in un anno quasi cinquemila euro includendo anche le spese accessorie relative al riscaldamento, alle utenze di luce e gas ed al condominio, mentre se la cava con una spesa media di 3.756 euro se decide di convivere in casa con altri studenti.
A livello territoriale, la vita è dura, in termini di spese da affrontare, per gli studenti fuori sede del Centro Italia, dove anche per la casa condivisa si spendono per l’affitto, e per le spese accessorie, oltre quattromila euro all’anno che superano però i 5.500 in caso di casa affittata per viverci da “single”; rispetto al Centro, invece, al Sud la spesa si ridimensiona di oltre il 30%.
Ed oltre all’affitto occorre poi andare a considerare, a carico dello studente e, quindi, della propria famiglia, anche le spese per i libri, con quelli delle facoltà umanistiche che rispetto a quelle scientifiche costano in media il 17% in più. Scegliere la facoltà dove studiare per un giovane è quindi sempre più funzione del reddito familiare, e non di certo una libera scelta. Ne consegue la scelta, spesso, della Facoltà più vicina piuttosto che, fuori sede, scegliere quella che effettivamente si vorrebbe frequentare.
Secondo quanto dichiarato dal Presidente della Federconsumatori, Rosario Trefiletti, a conti fatti a potersi permettere di frequentare fuori sede un’Università sono le solite famiglie dove uno dei genitori è notaio, albergatore o gioielliere. Oppure, se il giovane comunque decide di “studiare fuori“, per mantenersi è costretto a fare lo studente lavoratore con il conseguente ed inesorabile aumento dei tempi necessari per potersi laureare.